Momenti di profonda commozione a Misilmeri per i funerali di Sara Campanella, la studentessa universitaria uccisa lo scorso 31 marzo a Messina dal collega reo confesso Stefano Argentino. Un lungo applauso della folla che si era raccolta davanti alla chiesa San Giovanni Battista ha accolto l’arrivo della bara bianca con le spoglie della giovane, preceduta da tre ragazze che portavano una sua foto e una corona di alloro. «Mi amo troppo per stare con chiunque. La donna è libertà, per Sara», è la frase che si legge sulle magliette bianche dei ragazzi che hanno portato a spalla il feretro e che campeggia sui tanti cartelli affissi per le vie del piccolo centro, nel giorno del lutto cittadino e nell’intero Palermitano proclamato per l’assassinio della giovane studentessa. Nella piazza, dove è stato allestito un maxi schermo per seguire l’orazione funebre anche a chi è rimasto all’esterno, su alcune transenne campeggia uno striscione con la scritta «nel ricordo di Sara a difesa delle donne, basta femminicidi» esposto ieri allo stadio dai tifosi della curva nord del Palermo, e alcuni palloncini di colore argento che compongono le lettere del sue nome.
Le parole del vescovo di Palermo Lorefice
Affranto l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nell’omelia per Sara Campanella: «L'amore non uccide, è assurdo! Senza parole. In certi momenti si vorrebbe solo stare in silenzio e piangere sommessamente un dolore indicibile, inaudito. Un corpo che esplodeva di vita, il corpo di Sara è davanti a noi, esanime e sfigurato da un’inaudita incomprensibile violenza. E in questo corpo trafitto ci sembra che sia racchiuso il dolore di un mondo nel quale ancora domina la violenza. In particolare sulle donne. Oggi, in questo mondo sempre più segnato da violenta brutalità e lacerato da conflitti, assistiamo alla barbarie di corpi abusati, mutilati, eliminati, ricacciati e rinchiusi in luoghi di tortura. Ma la violenza, ogni forma di violenza, per qualsiasi motivo si scateni, è sempre un fallimento che riguarda tutti».
Sempre nell’omelia, l'arcivescovo ha poi citato un passo dal diario di Etty Hillesum, giovane donna deportata e morta il 30 novembre 1943 nel campo di sterminio di Auschwitz: «Mio Dio - scriveva - sono tempi tanto angosciosi. Cercherò di aiutarti affinchè tu non venga distrutto in me, mi sembra evidente che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dovere aiutare te, l’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi è un pezzetto di te in noi, e forse contribuire a disseppellirti dai tanti cuori devastati».
Il presidente Schifani presente ai funerali di Sara
Ai funerali di Sara Campanella a Misilmeri sono presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Renato Schifani, accompagnato dal deputato Gaspare Vitrano, oltre ai sindaci di Messina, Federico Basile, e di Misilmeri, Rosario Rizzolo, oltre ai vertici delle forze dell’ordine: in prima fila Lucio Arcidiacono, ovvero il comandante provinciale dei carabinieri di Messina che ha coordinato le indagini sull’arresto di Stefano Argentino, il killer di Sara Campanella.
Le amiche e gli amici di Sara: "Ci manchi"
«Cara Sara a nome di tutti i colleghi scriviamo con una sola voce. E’ difficile trovare le parole giuste. Sei entrata nelle nostre vite in punta di piedi con quella dolcezza che sapevi portare anche nei momenti più bui. Hai saputo essere collega, amica e sorella, in ogni tuo gesto e sorrisi c'era amore. Ci manchi Sara, ci manca il tuo amore le notte trascorse insieme a studiare in videochiamata. Ricordiamo ogni piccolo frammento che ci hai lasciato. Per noi sei stata un dono, abbiamo imparato da te più di quanto tu possa immaginare». E’ il messaggio che alcuni colleghi e colleghe di università hanno voluto rivolgere, al termine dei funerali.
«La vita ti ha portato via in modo troppo presto e crudele ma tu non sei andata via veramente: sarai sempre con noi - hanno proseguito -. L’amore va oltre tutto, anche oltre la presenza fisica. Ti vogliamo bene Sara...Ci siamo supportati in ogni situazione e adesso che non ci sei più faccio fatica. Eri innamorata dell’amore quello vero, tu eri amore vero. Ti prometto che continuerò a vivere per te. Ogni tramonto che vedrò sarà più bello perchè sarai lì con me. Sarai sempre la mia migliore amica e ti porterò sempre nel mio cuore». «Ci siamo supportati in ogni situazione e adesso che non ci sei più faccio fatica - ha detto un’altra amica di Sara -. Eri innamorata dell’amore, tu eri amore vero. Ti prometto che continuerò a vivere per te. Ogni tramonto che vedrò sarà più bello perchè sarai lì con me. Sarai sempre la mia migliore amica e ti porterò sempre nel mio cuore».
L'applauso e il lancio dei palloncini bianchi
Un lungo applauso e il lancio di palloncini bianchi in cielo hanno accompagnato l’uscita della bara bianca di Sara Campanella dalla chiesa madre di Misilmeri. Prima di essere caricato sul carro funebre, gli amici e parenti che hanno portato a spalla il feretro si sono fermati alcuno istanti, per poi scandire «Sara vive», seguito poi da un altro lunghissimo applauso.
All’uscita del feretro, tra applausi e palloncini bianchi lanciato in cielo, sono risuonate le note della canzone Everglow dei Coldplay.
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