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L'affondo del M5S contro la "Stretto di Messina": stipendi milionari. La società smentisce

«Il Ponte dei desideri targato Salvini continua a essere una macchina mangiasoldi e non accenna a fermarsi»: è quanto afferma in una nota la senatrice M5s in commissione Bilancio Ketty Damante. «Il ministro dei Trasporti, anziché occuparsi del disastro in cui ha fatto piombare le ferrovie italiane - aggiunge - incrementa il personale, aumenta gli stipendi ai dipendenti della società Ponte di Messina grazie all’abbattimento del tetto dei 240mila euro arrivando a 4,5 milioni di euro per i dirigenti e a 4 per i quadri. Non c'è che dire, una volta di più il Ponte che vuole solo Salvini è una bandierina elettorale per far contenti gli amici. Se mai dovesse vedere la luce - prosegue - l'infrastruttura dei sogni sarà come una cattedrale nel deserto, mentre strade, autostrade e ferrovie restano ferme all’anno zero».

«In spregio al buon senso e alle indicazioni della Ue che ha definito le aree interessate dai lavori di alto valore ambientale, Salvini prosegue dritto per la sua strada, tutto pur di accontentare gli amici», conclude.

La Società Ponte Stretto: "Nessun aumento di stipendi"

«Nessuna "quadruplicazione" di stipendi tra il 2023 e il 2024», così in una nota la Stretto di Messina risponde ad alcune affermazioni riportate dai media. La Società Stretto di Messina è ripartita nel giugno del 2023 e il costo del personale - pressoché interamente distaccato da Anas e Rfi - riguarda soltanto pochi mesi del 2023, mentre per il 2024 si riferisce all’intero anno. I compensi per il cda e in particolare per il presidente e per l’amministratore delegato sono stati fissati entro i limiti previsti dal cosiddetto «tetto ai compensi» definito dalle norme di legge in vigore. La deroga al tetto sui compensi, prevista per legge per il solo personale dipendente di Stretto di Messina, riguarda attualmente due dirigenti di alto profilo e risponde alla necessità di assicurare alla società le professionalità idonee per la realizzazione di un’opera come il ponte sullo Stretto di Messina e, quindi, di essere in grado di dialogare, negoziare e controllare tutti i soggetti italiani e internazionali coinvolti nella realizzazione che possono contare su organizzazioni di primo livello. La società ha ricevuto dal Governo e dal Parlamento il compito di realizzare L’Opera che comporta un investimento di 13,5 miliardi di euro. L’organizzazione prevista è assolutamente in linea con standard internazionali per società di progetto internazionali con progetti analoghi.

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