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E' morto Giancarlo Gentilini, l'ex sindaco "sceriffo" di Treviso

Per tutti era «il sceriffo», i comunisti li «odiava» dichiaratamente e li chiamava "bolscevichi», si era fatto conoscere poco dopo la sua prima elezione, nel 1994, per la sua proposta di travestire gli immigrati da coniglietti a beneficio dei cacciatori e fece sradicare molte panchine da spazi pubblici per impedire a stranieri che «bighellonavano» di coricarsi.

Poche immagini per descrivere il personaggio Giancarlo Gentilini, sindaco leghista di Treviso dal 1994 al 1998 e poi riconfermato fino al 2003, quando dovette rinunciare per cumulo di mandati, lasciando la seggiola più alta di Cà Sugana a Giampaolo Gobbo e «accontentandosi» della posizione di vice.

Nella sostanza Gobbo, impegnato da cariche politiche in altri ambiti, lasciò di buon grado Gentilini fosse chiamato normalmente «sindaco» dalla popolazione, così lui continuò tranquillamente a pattugliare la città in lungo e in largo, provvedendo a proporre e far emanare le ordinanze per l’epoca più singolari (come quella che prevedeva severe punizioni per il proprietario di cani che non avesse raccolto le deiezioni e risciacquato anche la sola pipì) e promuovendo manifestazioni dai profili a volte grotteschi, come l’Ombralonga.

Una maratona enologica per le osterie di Treviso, che in un certo senso anticipava l’impianto del «all you can eat» applicato in altri ambiti della ristorazione, declinato però sul vino.

L’appuntamento, che per vari anni richiamò a Treviso migliaia di persone, si concluse quando un partecipante morì travolto da un treno dopo essere caduto sui binari, stordito dall’alcol, dal marciapiede.

Gentilini, nato a Vittorio Veneto (Treviso) e a lungo, prima di essere lanciato sulla scena politica, responsabile dell’ufficio legale della Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana, tentò nel 2013 di riconquistare la carica di primo cittadino ma fu sconfitto da Giovanni Manildo per un breve quinquennio in cui la città fu guidata dal Centrosinistra.

Nel 2023 Treviso tornò in mano alla Lega, con Mario Conte, e Gentilini si ritirò di fatto dalla scena pubblica, pur risultando eletto consigliere. «Un grande sindaco, un grande alpino, un grande Veneto, un grande leghista», il ricordo di Salvini. E Zaia ricorda le qualità di pubblico amministratore.

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