
Il catanzarese Luigi Carnevale, oggi prefetto di Brindisi, è stato per quattro anni l’angelo custode di Papa Francesco, in qualità di dirigente dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza presso il Vaticano.
Carnevale, intervistato dal Quotidiano di Puglia e ripreso da Il Messaggero, ha raccontato come Francesco fosse refrattario a ogni barriera che potesse separarlo dalla gente. Anche negli anni tra il 2013 e il 2015, quando incombeva la minaccia dell’Isis, il Pontefice diede direttive chiare: alleggerire le misure di sicurezza. Durante un viaggio a Lampedusa, si oppose persino alla chiusura delle strade: “Non poteva tollerare che le persone avessero disagi per colpa sua”, ricorda Carnevale.
Spesso, il Papa lasciava Santa Marta da solo. “Mi avvisavano dalla Gendarmeria: ‘Luigi, sta uscendo e non vuole nessuno dietro, cerca di intercettarlo’”. E così Carnevale si muoveva tra le strade vicine per raggiungerlo. Ricorda le espressioni stupite della gente quando lo vedevano fermo ai semafori, finestrino abbassato, a salutare i passanti.
Tra i ricordi più vivi, Carnevale cita una foto scattata in via del Corso deserta, in piena pandemia, durante un’uscita del Papa verso la chiesa di San Marcello. O un’altra volta, quando Bergoglio andò a trovare un’amica anziana al quartiere Trieste, e lui, in scooter, cercò di raggiungerlo nei pressi di via Alessandria.
L’ultimo saluto tra i due è avvenuto al Gemelli, nel marzo scorso. Un anno prima, si erano rivisti in occasione del G7 a Fasano. “Gli ho detto: ‘Santità, non riesce proprio a liberarsi di me!’”. Nel febbraio 2022, il Papa ha ricevuto in udienza Carnevale e i suoi colleghi, ringraziandoli per il servizio reso: “Grazie per la vostra pazienza e perché trattate le persone come sono, nella vita. Così Dio tratta noi!”.
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