Gli stipendi nella Chiesa. Quanto guadagnano il Papa e i cardinali? Le scelte operate da Bergoglio

Papa Francesco ha sempre incarnato uno stile di vita sobrio, coerente con la scelta del nome che richiama San Francesco d'Assisi. Secondo fonti vaticane, il Pontefice avrebbe diritto a un compenso simbolico di circa 2.500 euro mensili, la stessa cifra che percepiva Benedetto XVI. Tuttavia, fin dal momento della sua elezione nel 2013, Bergoglio ha rinunciato a ricevere qualsiasi stipendio personale. Tutte le sue spese, inclusi vitto e sicurezza, sono coperte dalla Santa Sede. In linea con il suo spirito di semplicità, Francesco ha anche rifiutato l'appartamento papale nel Palazzo Apostolico, scegliendo invece di vivere nella più modesta Domus Sanctae Marthae, tradizionalmente riservata ai prelati ospiti. Anche rispetto all'obolo di San Pietro, alimentato dalle offerte dei fedeli di tutto il mondo, il Papa ha sempre mantenuto criteri di sobrietà e trasparenza. Poco prima della sua scomparsa, ha donato 200mila euro provenienti dai suoi fondi personali per sostenere un pastificio gestito da detenuti del carcere romano di Regina Coeli.
Cardinali: tra Stipendi ridotti e opere benefiche
Fino al 2021, i cardinali della Curia Romana percepivano uno stipendio mensile compreso tra i 4.000 e i 5.500 euro. Tuttavia, a causa delle difficoltà economiche seguite alla pandemia, Papa Francesco ha disposto un taglio del 10% sugli stipendi, seguito da ulteriori riduzioni. Oggi, la retribuzione media di un cardinale si aggira intorno ai 5.000 euro al mese. I cardinali godono di alloggi ecclesiastici e benefit che alleggeriscono le loro spese personali. Molti di loro destinano una parte significativa del proprio reddito a opere di carità o al sostegno delle loro diocesi.
Vescovi e sacerdoti: retribuzioni più basse
I vescovi ricevono uno stipendio medio di circa 3.000 euro al mese. Per i sacerdoti, invece, il compenso mensile si aggira sui 1.200 euro. Sebbene si tratti di cifre relativamente contenute, spesso gli ecclesiastici possono contare su residenze messe a disposizione dalle diocesi e su altre forme di sostegno.
Frati e suore: una vita di povertà e condivisione
Frati e suore, vincolati dal voto di povertà, generalmente non ricevono uno stipendio fisso. Solo coloro che svolgono incarichi particolari, ad esempio in scuole, ospedali o amministrazioni religiose, percepiscono una retribuzione per il loro lavoro. Nella maggior parte dei casi, vivono grazie all'autosufficienza delle comunità religiose cui appartengono, secondo uno stile di vita basato sulla condivisione e sulla rinuncia ai beni materiali.