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Verso il Conclave: si attendono ancora quattro cardinali. Smentita la notizia del malore di Parolin

In mattinata i vigili del fuoco dello stato della Città del Vaticano hanno installato sul tetto il comignolo dal quale uscirà la fumata che decreterà l’avvenuta elezione del nuovo Papa

Si è svolta oggi in Vaticano l’ottava Congregazione generale pre Conclave alla quale erano presenti oltre 180 cardinali, dei quali più di 120 elettori. Tanti i temi trattati fra i quali l’evangelizzazione al centro del pontificato di Papa Francesco; la Chiesa comunione fraterna evangelizzatrice; la necessità di comunicare il Vangelo, particolarmente ai giovani; le Chiese d’Oriente, la loro sofferenza e testimonianza; la centralità della liturgia; l’importanza del Diritto canonico; la sinodalità e il suo rapporto con collegialità, missione e secolarismo. Si parlato anche dell’ermeneutica della continuità tra i papati di Giovanni Paolo, Benedetto XVI e Francesco e del ruolo dell’Eucaristia anche in chiave missionaria, ma anche del dovere della testimonianza dell’unità e del rischio della contro testimonianza, in particolare quella data dagli abusi sessuali e dagli scandali finanziari.

Tra le notizie relative all’imminente riunione dei cardinali chiamati a scegliere il successore di Pietro alla guida della Chiesa universale, che inizierà mercoledì 7 maggio, smentita subito dallo stesso direttore della Sala stampa della Santa Sede Matteo Bruni quella relativa a un malore occorso al cardinale Pietro Parolin - uno dei papabili al soglio pontificio - durante la congregazione. Si attende intanto ancora l’arrivo di quattro porporati elettori anche se due di questi sembra non parteciperanno al Conclave per motivi di salute: si tratta di Antonio Cañizares Llovera, arcivescovo emerito di Valencia e John Njue, arcivescovo metropolita emerito di Nairobi (Kenya); quest’ultimo, insieme al cardinale del Burkina Faso, Philippe Ouédraogo, era stato al centro di una questione relativa alla loro effettiva età per l’ingresso in Sistina. A tenere banco c’è anche la questione riguardante il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, sottoposto a misure disciplinari riguardanti l’attività pubblica e l’uso delle insegne, a motivo di accuse presentate alla Santa Sede nel 2018.

Proseguono i lavori di sistemazione e adeguamento all’interno della Cappella Sistina - chiusa al pubblico già da domenica scorsa - per accogliere il numero di elettori, più elevato rispetto al precedente Conclave; in mattinata i vigili del fuoco dello stato della Città del Vaticano hanno installato sul tetto il comignolo dal quale uscirà la fumata che decreterà l’avvenuta elezione del nuovo Papa. Se nelle Congregazioni è previsto un servizio di traduzione simultaneo, non sarà così durante la riunione in Sistina. Il cerimoniale sarà in latino, come anche il giuramento dei cardinali; quest’ultimo si terrà dopo la processione dei porporati, alla quale seguirà l’intervento del cardinale Raniero Cantalamessa - predicatore emerito della Casa Pontificia - e infine la prima operazione di scrutinio fissata per mercoledì 7 maggio, nel pomeriggio. Di mattina, alle 10, nella basilica di San Pietro la messa, per “per l’elezione del Romano Pontefice” (“pro eligendo Pontifice”), presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio.

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