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I 7 dello Zen verso la sparatoria di Monreale, il terzo complice inchiodato da una foto sui social

L'immagine del gruppo, in posa per strada, è stata postata dai ragazzi che, dopo la fuga l’hanno eliminata. Ma la fidanzata di Turdo e gli amici delle vittime sono stati più veloci e sono riusciti a salvarla, dando un contributo preziosissimo all’inchiesta

E tre. La caccia agli autori della strage di Monreale sfocia in un nuovo fermo. In manette, dopo gli arresti di Salvatore Calvaruso e Samuele Acquisto, è finito un altro ragazzo terribile dello Zen: Mattias Conti di 19 anni, accusato di essere il secondo pistolero della carneficina della notte del 26 aprile costata la vita ad Andrea Miceli, Massino Pirozzo e Salvatore Turdo.

A lui i magistrati della procura e i carabinieri sono arrivati grazie a una foto della comitiva palermitana postata sui social poco prima della sanguinosa sparatoria. A recuperarla e inviarla agli inquirenti è stata la fidanzata di Turdo. Sull’immagine, nella quale sono inquadrati sette giovani, campeggia un commento più che eloquente: «Ecco a voi le facce di sti cati i munnizza, siete l’aborto». Un documento più che rilevante, il ritratto di una banda di maranza con giubbotti e sneaker alla moda, bicchieri in mano e borselli a tracolla nei quali nascondere le pistole. Il classico look dei ragazzi di periferia, dei quali c’è un ampio repertorio sui social con richiami al mondo criminale amplificati dalle canzoni di malavita in salsa neomelodica.
La foto del gruppo diretto a Monreale, in posa per strada con aspetto da duri, è stata postata sul web dai ragazzi dello Zen, che dopo la fuga l’hanno eliminata. Ma la fidanzata e gli amici delle vittime sono stati più veloci e subito dopo la strage, visto che in passato si erano già imbattuti nei palermitani e li conoscevano quantomeno di vista, si sono dati da fare per cercarla e salvarla, dando poi un contributo preziosissimo all’inchiesta.

Contro di lui ci sono i racconti di numerosi testimoni, le riprese video, il ritrovamento dei suoi occhiali con i vetri rotti sul luogo della carneficina, in via D’Acquisto.

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