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Carceri siciliane nel caos: rivolte, tentativi di fuga e aggressioni

Nelle ultime 72 ore a Enna, Catania, Caltanissetta e Trapani: dilaga la violenza. I sindacati: «Organici all’osso e scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza»

Un'immagine simbolica della cella di un carcere italiano . ANSA

Focolai di rivolta, agenti aggrediti, tentativi di evasione. Le carceri siciliane sono in subbuglio. La tensione è alle stelle.
A Enna è durata appena un’ora e mezza la fuga di un senegalese dal carcere “Luigi Bodenza”. Il detenuto sarebbe riuscito a fuggire dall’area passeggio facendo perdere le sue tracce. La polizia penitenziaria, non appena si è accorta che il recluso non era tra quelli rientrati nelle celle, ha dato immediatamente l’allarme circondando l’area del carcere. Sono stati controllati anche i passeggeri degli autobus in partenza da Enna. L’evaso è stato rintracciato mentre provava a superare l’ultima recinzione che separa il carcere dalla libertà.
A Trapani un agente della polizia penitenziaria ha subìto un’aggressione nel carcere mentre effettuava un controllo delle inferriate. È stato portato con un’ambulanza al pronto soccorso per un sospetto trauma cranico e la necessità di diversi punta di sutura vicino a un occhio. «Le aggressioni al carcere di Trapani – dichiarano i sindacati in una nota congiunta – non si contano più. Mancano in organico 15 ispettori, 20 sovrintendenti e 50 agenti, non c’è un direttore titolare, in una struttura fatiscente senza neppure il reparto isolamento, con una altissima percentuale di detenuti con acclarati problemi psichiatrici».
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