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Dissalatori in Sicilia, la Regione dice "no" a Webuild: "Presto la gara"

"Grazie, ma facciamo da noi". La Regione siciliana rigetta la proposta di Webuild per la realizzazione dei dissalatori nell’Isola ritenuta troppo onerosa e non finanziariamente sostenibile. Si va avanti con il piano dell’amministrazione di Palazzo d’Orleans, prevista dalla delibera 459 del 2024: due dissalatori in provincia di Palermo, a Termini Imerese e a Partinico, connettendo gli impianti allo Jato e al canale "Vecchio Scillato", capace di garantire 600-1000 litri al secondo, per un costo 180 milioni di euro, di cui 170 milioni a carico del privato, 10 milioni della Regione, con il sistema del project financing.

«Sarà presto pubblicata la gara», spiega l’assessore all’Energia, Francesco Colianni, affiancato dal capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina. Secondo i loro calcoli la proposta di Webuild sarebbe costata subito 850 milioni, che sarebbero diventati 5 miliardi in 27 anni, 274 euro l’anno per ogni famiglia siciliana. «La cabina di regia - dice Cocina - è arrivata a questa determinazione, in vista di un sistema sostenibie, dal punto di vista ambientale, economico e finanziario.

La proposta di Webuild (società impegnata sul progetto del ponte dello Stretto, ndr) non era sostenibile, pesando 4-5 volte in più di quella pianificata dalla Regione». In no della Regione è stato comunicato stamane all’azienda. Al bando potranno partecipare tutti gli operatori privati, «compresa Webuild», ha chiosato Cocina. (AGI) Mrg (AGI) - Palermo, 15 mag. - Questa nello specifico la proposta della Regione, prevista dalla delibera di Giunta 459 del 27 dicembre 2024: potenzialità complessiva da 600 a 1000 litri/secondo; costo 180 milioni, di cui 10 a carico della finanza pubblica il resto a carico di privati (Project financing); costi di esercizio circa 2 euro per mc di acqua prodotta. La proposta Webuild, invece, avrebbe garantito una potenzialità complessiva di 3000 litri/secondo, per un fabbisogno finanziario di 875 milioni di euro: costo a carico della regione 156 milioni oneri di convenzione, più 28 milioni di energia, per complessivi 184 milioni di euro l’anno che con l’Iva diventano 230 milioni; per un totale di 5,1 miliardi in circa 30 anni, senza includere i costi di distribuzione; impatto previsto sui cittadini 230 milioni riferito a 839 mila abitanti, pari a 274 euro all’anno per ogni cittadino.

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