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Il Bayesian «vulnerabile ai venti»: ecco il report britannico che "scuote le acque"

«Difetti di progettazione del veliero» costruito in Italia. Il consulente della Procura: «Tesi ardita, a fine mese la barca sarà in secca e ogni cosa potrà essere analizzata»

Le condizioni meteomarine avverse hanno impedito, ieri, la ripresa delle operazioni di recupero del Bayesian, il veliero affondato lo scorso agosto a Porticello: 7 vittime, 15 le persone salvate. Le operazioni riprenderanno a stretto giro. Intanto sono stati resi noti gli esiti dell’autopsia eseguita sul corpo di Robcornelis Huijben Uiben, il sub olandese di 39 anni morto mentre stava tagliando, con un collega, il boma del veliero che giace a 49 metri di profondità. Sul corpo del sommozzatore non ci sono segni di ustioni, ma la morte è compatibile con un’esplosione che si sarebbe verificata quando il cannello utilizzato per tagliare l’albero ha attraversato sacche d’idrogeno. L’onda d’urto avrebbe provocato il distacco di un pezzo di metallo che ha investito il sub e ha provocato la rottura dei tubi per l’ossigeno e i cavi delle telecamere.

Fa invece discutere un rapporto pubblicato nel Regno Unito sulla base di un’inchiesta tecnica - parallela e separata rispetto all’indagine giudiziaria delle autorità italiane - affidata all’UK’s Marine Accident Investigation Branch (Maib). Secondo questo rapporto sarebbe stato un problema di «vulnerabilità ai venti estremi» a determinare l’affondamento dello yacht.
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