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Papa Leone XIV: "Investire sulla famiglia fondata su uomo e donna"

Si presenta come un migrante, figlio di migranti. E per loro, come per tutte le categorie più fragili della società, chiede giustizia sociale. E' proprio la giustizia, insieme alla pace e alla verità, il tema portante del primo incontro di Papa Leone XIV con il corpo diplomatico. Un discorso asciutto nel quale traccia il suo programma. C'è la pace da costruire ma anche la preoccupazione dinanzi «ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducono, tra l’altro, a condizioni indegne di lavoro e a società sempre più frammentate e conflittuali. Occorre peraltro adoperarsi per porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all’interno di singole società», afferma davanti agli ambasciatori.

Il Pontefice sottolinea poi la necessità di investire «sulla famiglia, fondata sull'unione stabile tra uomo e donna, società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società». Una affermazione in linea con quanto detto dai precedenti Papi, e anche da Francesco che pur aveva aperto alla benedizione delle coppie gay. E arrivano allora le prime critiche dal mondo Lgbt. "In contrasto con i timidi tentativi di apertura degli ultimi anni portati avanti da Papa Francesco, la nuova rotta tracciata da Papa Leone XIV segna un netto ritorno a visioni politiche più conservatrici e tradizionaliste», sottolinea il Circolo di cultura omosessuale "Mario Mieli". Ma il Papa agostiniano fa capire che su alcuni temi non ci saranno compromessi: «la Chiesa non può mai esimersi dal dire la verità sull'uomo e sul mondo, ricorrendo quando necessario anche ad un linguaggio schietto, che può suscitare qualche iniziale incomprensione».

Leone fa riferimento anche alla necessità di tutelare i nascituri: «Nessuno può esimersi dal favorire contesti in cui sia tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato». Plaude Pro Vita & Famiglia: «Papa Leone ci ricorda così che una società civile e pacificata è possibile soltanto se si mette al primo posto la tutela della famiglia come "unione stabile tra uomo e donna", troppo spessa messa in pericolo da chi vuole scardinare anche i più assodati concetti scientifici di maschile e femminile e la tutela della dignità dei più fragili, dunque i nascituri, ridotti a grumi di cellule dalla logica abortista».

Diversi i passaggi poi in favore dei migranti e il Pontefice per questo parla della sua stessa storia che è di per sé un ponte tra diverse culture: «La mia stessa esperienza di vita, sviluppatasi tra Nord America, Sud America ed Europa, è rappresentativa di questa aspirazione a travalicare i confini per incontrare persone e culture diverse». «La mia stessa storia - ha detto ancora Leone XIV - è quella di un cittadino, discendente di immigrati, a sua volta emigrato. Ciascuno di noi, nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità però rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio». Infine con gli ambasciatori parla della sua voglia di abbracciare il mondo, come d’altronde ha già fatto quando è stato priore generale degli agostiniani: «Confido che la Divina Provvidenza mi accorderà ulteriori occasioni di incontro con le realtà dalle quali provenite, consentendomi di accogliere le opportunità che si presenteranno per confermare nella fede tanti fratelli e sorelle sparsi per il mondo e di costruire nuovi ponti con tutte le persone di buona volontà».

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