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Contro l'omofobia, Mattarella esorta: "Proteggere le differenze per una società più equa"

Messina - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Messina in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025 dell’Università degli Studi di Messina e al conferimento del Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni al Presidente della Repubblica., oggi 22 gennaio 2025.(Foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

«Troppe persone sono ancora vittime di episodi di bullismo a causa del proprio orientamento sessuale, di violenze, spesso consumate nel silenzio degli ambienti familiari, vivono nel timore di poter essere se stessi. Contrastare ogni forma di emarginazione è un dovere sancito dalla Costituzione, rafforzato dagli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale. Un principio che deve vivere nella realtà quotidiana, patrimonio comune che deve vedere il coinvolgimento attivo, consapevole e responsabile di ciascuno» dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia.

«Il tema della Giornata odierna - il potere delle comunità - rammenta ancora il Capo dello Stato, richiama al valore del vivere insieme, con rispetto. Una comunità inclusiva sa di dover proteggere le differenze per costruire una società più giusta e più coesa, ampliando così la libertà di tutti».

Nella nota diffusa in occasione della giornata internazionale omotransfobia, Mattarella ricorda anche che «trentacinque anni fa l’Organizzazione mondiale della sanità decise di rimuovere l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, ponendo così fine a una classificazione insensata e segnando l’inizio di un cambiamento culturale e sociale sulla strada della pari dignità dei cittadini». «I dati più recenti dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, aggiunge, ci ricordano tuttavia che il cammino da percorrere contro le discriminazioni è ancora lungo».

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