
Su delega della Procura della Repubblica di Roma, i finanzieri del Comando Provinciale stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 5 persone, sottoposte a custodia cautelare in carcere, e 17 società, destinatarie della misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta fraudolenta.
Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip del locale Tribunale, rappresenta l’epilogo delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina ed eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, nel cui ambito sono stati raccolti plurimi e gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, i quali avrebbero costituito una serie di società intestate a prestanome riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale attivo nel settore dei lavori di manutenzione stradale. Attraverso tali società l’organizzazione si sarebbe aggiudicata, anche mediante accordi o promesse corruttive diversi appalti di lavori per il rifacimento di arterie stradali di Grande Viabilità, banditi da Roma Capitale e Astral Spa - Azienda Strade Lazio.
Dalle indagini della Guardia di finanza, coordinate dalla procura di Roma, è emerso un episodio corruttivo nell’ambito di «un controllo stradale avvenuto, nel corso della serata del 30 aprile 2024, sull'autostrada Roma-Fiumicino, in prossimità dell’area di servizio Magliana ed eseguito da operatori della Polizia stradale». Lo ricostruisce il gip di Roma Flavia Costantini nelle 100 pagine di ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto il carcere per l’imprenditore Mirko Pellegrini e per altre quattro persone.
«L'autista della società La Fenice», spiega il giudice, «è stato fermato dagli operatori della Polizia stradale per un controllo in esito al quale sono state riscontrate diverse irregolarità: l’appartenente alla Polizia di Stato informa telefonicamente» a Roberto Filipponi - uno degli arrestati - «che per le violazioni che ha riscontrato sono previste le seguenti sanzioni: 800 euro per l’autista, 800 euro al proprietario, sospensione patente per 15 giorni e il fermo amministrativo di un mese del mezzo e» Filipponi «decide di recarsi sul posto».
«Le violazioni accertate dalla Polizia stradale non sono state sanzionate, in quanto gli operatori e Filipponi prendono specifici accordi al fine di evitare qualsivoglia sanzione amministrativa - scrive il gip -. Nel corso di una successiva chiamata un poliziotto dice a Filipponi che gli farebbe piacere conoscere il titolare de La Fenice e gli suggerisce, in occasione di successivi controlli, di riferire che loro sono amici di» due persone. «Come, infatti, rilevabile da ulteriori conversazioni intercettate, è stato coinvolto nella vicenda, in qualità di intermediario» uno dei due citati «il quale, contattato da Filipponi per avere le istruzioni necessarie affinché l’incontro con il 'poliziotto Mario' possa andare a buon fine», tra l’altro, «nel corso della conversazione captata, oltre a sottolineare che 'determinate situazioni vanno sistemate in un certo modo' e che dovrebbe occuparsene direttamente Mirko Pellegrini, afferma di aver già organizzato tutto». «In ragione di tali accertamenti, la polizia giudiziaria ha organizzato un servizio di appostamento per monitorare l’incontro avvenuto il 6 maggio 2024, alle ore 11, presso il bar 'Il Caffettinò in via Grottazzolina 122, dove Filipponi ha incontrato» due appartenenti alla Polizia di Stato a cui avrebbe consegnato «una busta di colore giallo» contenente «denaro o altre utilità».
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