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'Ndrangheta, inchiesta “Habanero”: i 25 indagati rinviati a giudizio

20061011 - PONTEDERA - ROMA - POL - SCIOPERO AVVOCATI: CAMERE PENALI, ADESIONE MASSICCIA. Toghe di magistrati poggiate su alcune sedie di un'aula del tribunale di Pontedera (Pisa). Una ''massiccia adesione'' sta caratterizzando il primo dei tre giorni di astensione dalle udienze indetti dall' Unione delle Camere Penali Italiane ''per difendere la parte relativa alla distinzione delle funzioni della riforma dell'ordinamento giudiziario e l'assetto culturale della professione forense''. Lo rende noto Giunta dell' Unione, recentemente rinnovata sotto la presidenza di Oreste Dominioni, che esprime ''grande soddisfazione per l'adesione totale alle battaglie ideali dell'avvocatura penale''.FRANCO SILVI - ANSA - I51

Sono stati tutti rinviati a giudizio gli indagati dell’operazione antimafia Habanero contro i clan delle Preserre vibonesi. In 15 hanno optato, e sono stati ammessi, ad un processo con rito abbreviato (che comporta in caso di condanna uno sconto di pena di un terzo), mentre altri 10 sono stati rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia e, per un triplice omicidio, dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro. L’operazione, scattata lo scorso anno, ha al centro le dinamiche mafiose dei clan Maiolo di Acquaro ed Emanuele di Gerocarne e Sorianello.
La «Strage di Ariola» avvenuta il 25 ottobre 2003 a Gerocarne, nella frazione Ariola, ha visto cadere sotto una pioggia di fuoco tre persone - Francesco Gallace, Giovanni Gallace e Stefano Barilaro - mentre una quarta persona è rimasta ferita. Tra gli imputati ci sono i fratelli Angelo e Francesco Maiolo, di 41 e 46 anni, ritenuti al vertice dell’omonimo clan della 'ndrangheta di Acquaro e che si trovano ristretti in regime di carcere duro (art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario) su decisione del Ministero della Giustizia. Tra i reati contestati, a vario titolo, ai 25 indagati (tra loro Francesco Capomolla, Giuseppe Taverniti, Cosimo Bertucci e Rinaldo Loielo, tutti di Gerocarne), anche l’associazione mafiosa, l’estorsione, il traffico di stupefacenti, la rapina, la turbativa d’asta e la detenzione illegale di armi. I clan avrebbero esercitato il loro potere in particolare sui comuni di Acquaro, Dasà, Gerocarne, Soriano Calabro e Sorianello, oltre che in provincia di Torino.

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