
Quando gli agenti della polizia sono intervenuti nell’appartamento di piazza dell’Unità a Bologna, in cui abitavano il presunto autore del delitto e le due vittime accoltellate, entrando grazie all’aiuto dei vigili del fuoco, hanno trovato i corpi senza vita dei due uomini, uno in cucina sgozzato mentre l’altro nel disimpegno con una ferita all’addome. Le due vittime avevano entrambe un coltello in mano, di cui uno sporco di sangue e un altro pulito. Il presunto autore del delitto però, dalle 5,30, orario in cui sono state udite delle urla dai vicini, alle 6 circa, quando si è allontanato verso l’aeroporto, è stato in casa e - secondo la ricostruzione degli investigatori - ha frugato nei borselli delle vittime dove sono presenti, infatti, tracce ematiche, elemento che fa sospettare una possibile alterazione della scena del crimine. I poliziotti, immediatamente, hanno concentrato le indagini proprio su di lui, l’affittuario italiano della coppia, di origini venezuelane che, al momento, non era presente in casa.
Secondo le immagini delle telecamere l’uomo, quando è uscito di casa, si è diretto verso il posteggio dei taxi. A quel punto la polizia ha disposto accertamenti in stazione e in aeroporto. Una volta sbarcato a Barcellona, l’uomo era vestito diversamente rispetto a quando era partito, con una maglia diversa, quindi - secondo la ricostruzione degli investigatori - aveva avuto la possibilità di cambiare gli abiti in aeroporto a Bologna o a bordo dell’aereo. Sulla base dell’informativa formulata dai poliziotti, è stata emessa una misura di custodia cautelare da parte del Gip, con contestuale emissione del mandato di arresto europeo. Il tutto in poche ore. L’uomo è stato arrestato intorno alle 17 circa. L’appartamento è sotto sequestro e proseguiranno gli accertamenti tecnici per comprendere la dinamica dell’accaduto.
Potrebbero essere i dissapori dovuti al fatto che Gennaro Maffia doveva lasciare la stanza che gli avevano affittato le due vittime. E’ una delle ipotesi su cui lavorano gli investigatori per fare luce sull'uccisione della coppia nell’abitazione di piazza dell’Unità a Bologna.
Luca Monaldi e Luca Gombi volevano vendere l’abitazione per trasferirsi fuori Bologna, perciò il 48enne doveva andare via.
Secondo la ricostruzione della squadra mobile, fra i tre sarebbe stato stretto un accordo verbale che, secondo quanto appreso, stabiliva il versamento al venezuelano di 20mila euro per rescindere il contratto di affitto, stipulato regolarmente. Probabilmente, però, il denaro non era stato corrisposto a Maffia che, secondo quanto accertato dalla polizia, si era recato in banca riferendo al direttore di filiale che qualcuno gli aveva tolto soldi dal conto corrente e che sospettava di uno dei due proprietari della casa. Avrebbe anche detto: «La pagheranno». L’uomo aveva anche denunciato ai carabinieri la clonazione delle sue carte di credito.
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