
Riprendono domani le operazioni per riportare a galla il Bayesian, il veliero affondato a Porticello la notte del 19 agosto scorso. Serviranno almeno 15 giorni prima che il relitto del super yacht torni in superficie. Il punto è stato fatto oggi durante la riunione sugli “accertamenti irripetibili” che si è svolta nella sede del comando della Guardia di costiera di Palermo. Al briefing erano presenti i pubblici ministeri della Procura di Termini Imerese Concetta Federico e Raffaele Cammarano, il consulente della Procura, l’ingegnere Alessandro Biriaco, i responsabili di Tmc Marine (la società britannica incaricata del recupero), i consulenti di parte e i legali delle 7 vittime del naufragio (15 le persone salvate).
La rimodulazione del piano di recupero è stata determinata dal tragico incidente del 9 maggio scorso che ha causato il decesso di un sub, l’olandese olandese Rob Cornelis Huijben. Fin quando non saranno chiarite le cause della morte - è quanto stabilito - non verranno più utilizzati sommozzatori ma soltanto robot subacquei teleguidati per eseguire le procedere necessarie all’imbracatura dell’imbarcazione. Una procedura delicata che, secondo quanto riferito da tecnici e organi inquirenti, dovrebbe prevedere il sollevamento di una parte del relitto per consentire il passaggio dei cavi attraverso cui farlo ruotare di 90 gradi e poi di issarlo in superficie.
«Noi abbiamo appositamente chiesto - spiega l’avvocato Mario Bellavista, che difende i familiari del cuoco morto nel naufragio - di fare degli accertamenti prima di iniziare questa operazione perché ci è stata prospettata la possibilità che si danneggi qualche parte della imbarcazione. E noi vogliamo sapere com’è oggi, soprattutto in alcuni punti il Bayesian».
Tre gli iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo per il naufragio del 19 agosto: il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith.
L’inchiesta sulla morte del sub olandese Rob Cornelis Huijben, avvenuta lo scorso 9 maggio durante le operazioni di recupero del veliero vede a sua volta iscritte altre tre persone nel registro degli indagati: Willem Mange Woute, responsabile della sicurezza; Jeroen Mooij, direttore del cantiere; e De Kam Pieter Leedert Willem, legale rappresentante della società olandese Smit Salvage, per cui lavorava Huijben. Per tutti le ipotesi di reato formulate dalla Procura di Termini sono di omicidio colposo e violazione delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro.
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