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Aurora, 13 anni, uccisa dopo settimane di minacce: sotto accusa un 15enne. L'ultimo messaggio a ChatGPT: "Dovrei lasciarlo?"

Aurora Tila

«Il mio piano di vendetta inizia da ora mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50». E ancora: «Ci metto poco a demolirti», «mi hai rovinato», «ti giuro faccio una lettera la lascio in stanza a mia mamma che se muoio deve farti il processo». Scriveva così ad Aurora Tila, 13 anni, nelle settimane e nei giorni precedenti alla sua morte (lo scorso 25 ottobre), il ragazzino di due anni più grande con il quale la minorenne di Piacenza aveva avuto una relazione e ora si trova a processo con l’accusa di averla uccisa.

Messaggi per denigrarla, umiliarla, spaventarla e comunque costringerla a continuare la frequentazione con lui. Messaggi che hanno spinto il pm dei minori, Simone Purgato, a chiedere ed ottenere l’aggravante degli atti persecutori aggravati dalla minore età della vittima e dal fatto di essere legato ad essa da una relazione affettiva. Al giovane, inoltre, viene contestato di aver ripetutamente minacciato e molestato Aurora dopo che lei aveva deciso di interrompere la relazione, con gesti violenti come schiaffi e strattonamenti.

È la novità emersa dall’udienza al Tribunale per i minori di Bologna dove il processo al 15enne è alle prime battute. «Mi aspetto giustizia da questo processo», ha detto la madre di Aurora, Morena Corbellini, parlando con i cronisti all’uscita dal palazzo di giustizia. La donna, insieme ai suoi legali, aveva chiesto alla Procura di contestare alcune aggravanti, come lo stalking appunto. «Oggi ho provato del gran dolore, anche perché mia figlia non c'è più mentre chi l’ha uccisa era in aula. L’ho rivisto per la prima volta da allora - ha aggiunto la madre della 13enne - è entrato in aula molto pieno di sé, con le spalle aperte, non mi aspettavo un atteggiamento del genere. Ero convinta di vedere una persona che almeno dicesse la verità».

Secondo l’ipotesi accusatoria, il ragazzo avrebbe spinto Aurora dal balcone del settimo piano del palazzo, colpendola poi alle mani per farla cadere dopo che si era aggrappata alla ringhiera. Una scena raccontata anche da alcuni testimoni. Le telecamere del condominio hanno ripreso il loro incontro nell’atrio, prima di salire in casa. È stato lui a dare l'allarme e qualche giorno dopo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Lui ha sempre negato queste accuse, parlando prima di un incidente e poi di un suicidio. Ma secondo la Procura la caduta di Aurora è incompatibile con un suicidio.

Dalle carte dell’accusa emerge anche come Aurora, nelle settimane e nei giorni precedenti alla sua morte, volesse interrompere la relazione con quel ragazzino che invece ha continuato a perseguitarla, fino a chiederle un ultimo appuntamento. Aurora, dubbiosa e spaventata, si era rivolta perfino a ChatGpt, per avere consigli: «Secondo te dovrei lasciarlo?"; «Come faccio a distinguere se è un amore vero o un amore tossico?», chiedeva Aurora tra l’estate del 2024 e i primi giorni di ottobre. Domande alle quali l’IA rispondeva dicendole di lasciare il 15enne.

Dopo la contestazione dell’aggravante, la difesa del 15enne ha chiesto un termine e la prossima udienza è stata fissata il 26 giugno. Quel giorno si discuterà la richiesta della difesa di procedere con il rito abbreviato condizionato all’audizione di due consulenti medico legali.

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