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Asaps: 48 vittime della strada nel weekend, è record assoluto. Strage di motociclisti (27). Biserni: numeri da allarme sociale

L’ultimo fine settimana di giugno, da venerdì 27 a domenica 29, ha contato 48 morti sulle strade italiane, un record assoluto - sottolinea l’Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale - e una cifra in ulteriore aumento anche rispetto al weekend precedente, quando le vittime furono 44. C'è stata una vera e propria strage di motociclisti, 27, oltre a 11 automobilisti, 3 ciclisti, 4 pedoni, 2 su quad e un conducente di camion. La vittima più giovane un ragazzo di 16 anni, la più anziana una donna di 90, quindici avevano meno di 35 anni. Nel report sono stati considerati i decessi di un ragazzo di 17 anni e di tre uomini di 41, 43 e 80 anni rimasti feriti nei precedenti fine settimana.

Si contano due incidenti plurimortali con 4 vittime, mentre la fuoriuscita di strada senza il coinvolgimento di terzi è stata la causa di 18 incidenti fatali, 27 quelli avvenuti su statali e provinciali. Sono state 8 le vittime in Campania, 7 in Lombardia e Lazio, 5 in Piemonte, 4 in Toscana, 3 in Emilia-Romagna e Marche, 2 in Sicilia e Sardegna, una in Trentino-Alto Adige, Veneto, Valle d’Aosta, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria.

Nei primi sei mesi del 2025 gli incidenti mortali nel fine settimana sono stati 605, nello stesso semestre del 2024 furono 597 (+1,3%); i morti sono stati 643, lo scorso anno nel primo semestre 653 (-1,5%).

«Quasi cinquanta morti sulle strade in un fine settimana estivo - commenta il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni - non li avevamo mai registrati da quando abbiamo istituito l'Osservatorio, fra loro 27 motociclisti, un vero massacro stradale di dueruotisti a cui si aggiungono anche due conducenti di quad. Sono numeri da vero allarme sociale. Purtroppo i timidi effetti della recente attesa riforma del Codice della Strada sembrano già evaporati. Ma si sa: con le strade nelle quali i misuratori della velocità sono in fase di 'razionalizzazione', con la criminalizzazione frequente del loro utilizzo e un ritorno ad una insufficiente presenza di divise, in una sorta di 'liberi tutti', i risultati non possono essere che questi, con un record mai visto di vittime.

Velocità inadeguate, distrazione, alcol e droga rimangono i costanti fattori di incremento del rischio. L’obiettivo europeo di un calo delle vittime del 50% entro il 2030 rimane un sogno. Il numero delle vittime sulle strade - conclude Biserni - continua invece ad essere un incubo. Il rispetto delle regole - conclude Biserni - non deve essere considerato una imposizione, ma una vera vocazione».

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