
Non è stata una disgrazia. C'era la mano di un uomo dietro l’esplosione che nella notte fra il 30 giugno e il 1° luglio, a Torino, ha devastato una palazzina residenziale provocando un morto e cinque feriti. Ieri, al termine di un’indagine lampo, il sospettato è stato arrestato dalla polizia su ordinanza di custodia cautelare del tribunale: per ragioni personali, forse una vendetta contro la ex fidanzata, avrebbe provocato un incendio in un appartamento al quinto piano. Ma la certezza è che Jacopo Peretti, 33 anni, investito da una fiammata poderosa e trovato completamente carbonizzato solo dopo diverse ore, non c'entrava nulla.
Il responsabile è Giovanni Zippo, un 35enne che le videocamere di sistemi di sorveglianza della zona hanno mostrato entrare con un sacchetto e poi allontanarsi sanguinante senza farsi curare durante le fasi concitate post esplosione. L’uomo avrebbe agito per vendicarsi di una donna con cui aveva una relazione e che abitava nell’appartamento vicino a quello in cui è morto Perretti.
L’esplosione si era verificata intorno alle 3:15 in via Nizza 389, nel quartiere Lingotto. Distruzione di tre appartamenti. Crollo di una parte della costruzione. Feriti i componenti di una famiglia di origine egiziana che abitava nell’alloggio accanto a quello di Peretti (una bimba di 6 anni, una ragazza di 19 anni, un 24enne e una donna di 45 anni) e un dodicenne del piano di sotto. Quarantacinque persone evacuate e ospitate in un campo base allestito in fretta e furia dalla protezione civile del Comune in una scuola vicina.
Poteva sembrare un incidente. La classica fuga di gas. Qualcosa, però, non aveva convinto né la pm Chiara Canepa né i poliziotti della squadra mobile e del commissariato Barriera Nizza. Le indagini, così, hanno subito imboccato una direzione ben precisa. Le impressioni degli investigatori hanno trovato una prima conferma quando i vigili del fuoco del comando provinciale, destreggiandosi fra le macerie, hanno individuato l'innesco dell’incendio. Altri elementi sono stati prodotti dall’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza sparse nei paraggi. Infine sono arrivate le dichiarazioni dei testimoni: prima quelle dei colleghi di lavoro del sospettato, poi dei suoi stessi familiari.
La procura ha chiesto e ottenuto un ordine di custodia cautelare nei confronti di un quarantenne che lavora come guardia giurata, assistito dall’avvocato Basilio Foti. Il fascicolo è aperto per disastro doloso e omicidio volontario. L'ex fidanzata non era presente nell’appartamento perché era partita per le vacanze.
Jacopo, la vittima dell’esplosione, era diplomato al liceo scientifico Newton, a Chivasso (Torino), poi aveva studiato alla scuola di management ed economia dell’Università. Lavorava per un’azienda di consulenza energetica e per una palestra. Ed era un grande tifoso del Torino. Amici e parenti lo hanno descritto come un «ragazzo solare». La sua vita è stata spezzata. Per ragioni che non lo riguardavano in alcun modo. Domani nella chiesa parrocchiale di Mazzè, dove aveva vissuto a lungo prima di trasferirsi a Torino, la comunità locale si ritroverà per un momento di preghiera e raccoglimento in suo ricordo.
Giovanni Zippo, 35 anni, l’uomo arrestato ieri nell’ambito delle indagini sull'esplosione in una palazzina di Torino in via Nizza il 30 giugno scorso nel quale è morto un uomo di 33 anni, è ricoverato nel reparto grandi ustionati del Cto torinese.
La deflagrazione che ha sventrato il quinto piano di una palazzina, uccidendo Jacopo Perretti e creando problemi di agibilità in diversi appartamenti era stata imputata a un afuga di gas. In realtà le videocamere di sistemi di sorveglianza della zona hanno mostrato Zippo entrare con un sacchetto e poi allontanarsi sanguinante senza farsi curare durante le fasi concitate post esplosione. L’uomo, arrestato ieri nel tardo pomeriggio, avrebbe agito per vendicarsi di una donna con cui aveva una relazione e che abitava nell’appartamento vicino a quello in cui è morto Perretti.
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