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La morte in auto di Diogo Jota e del fratello André: possibile eccesso di velocità

I primi risultati dell’indagine sull'incidente stradale che ha causato la morte dell’attaccante del Liverpool Diogo Jota e di suo fratello indicano un possibile eccesso di velocità, secondo quanto riferito dalla Guardia Civil spagnola. La perizia, ancora in corso, si concentrerà in particolare sui segni lasciati da una delle ruote del veicolo, ma al momento «tutto indica un eccesso di velocità rispetto al limite indicato».

Stando a quanto ricostruito, con ogni probabilità era proprio Diogo Jota alla guida della Lamborghini Huracan a noleggio, uscita di strada e poi andata a fuoco nella notte tra il 2 e il 3 luglio sulla A-66, nella provincia di Zamora, nel nord-ovest della Spagna. Il calciatore portoghese, 28 anni, e il fratello minore André, 25, anche lui professionista nella seconda divisione portoghese, sono morti sul colpo. I soccorritori hanno trovato entrambi già privi di vita.

Jota si era sposato appena dieci giorni prima con la compagna di lunga data, madre dei suoi tre figli. Il viaggio verso Liverpool era previsto in traghetto da Santander, dopo che i medici gli avevano sconsigliato di volare per via di un recente intervento ai polmoni.

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