La pizza fritta è uno dei piatti più conosciuti della cucina napoletana, una variante meno conosciuta rispetto alla classica pizza al forno, ma altrettanto ricca di storia e tradizione. Le sue origini risalgono alla Seconda Guerra Mondiale, un periodo in cui le difficoltà economiche e la scarsità di ingredienti portarono i napoletani a cercare soluzioni creative e accessibili. Il forno a legna, simbolo della pizza tradizionale, non era sempre disponibile, perciò la frittura in olio divenne un'alternativa pratica e veloce per cucinare. La pizza fritta divenne così il cibo dei quartieri popolari, economico e saziante.
Le donne, chiamate "pizzaiuole", spesso friggevano e vendevano le pizze direttamente nelle strade di Napoli, come documentato nel celebre film "L'Oro di Napoli" (1954) di Vittorio De Sica, dove Sophia Loren interpreta una pizzaiola che frigge e vende pizze per il vicinato.
La Ricetta Classica della Pizza Fritta
La pizza fritta napoletana si distingue per l’impasto morbido e gonfio, che viene farcito, chiuso e poi fritto in olio bollente. La sua forma può variare: la più comune è quella del calzone, una sorta di mezza luna ripiena, ma esiste anche la versione "tonda".
Ingredienti per l’impasto:
500 g di farina tipo 00
300 ml di acqua 12 g di lievito di birra fresco
10 g di sale 1 cucchiaino di zucchero
Olio di semi per friggere
Per il ripieno classico (ripieno di ricotta e salumi): 300 g di ricotta di pecora 150 g di salame napoletano a cubetti o ciccioli
100 g di provola o mozzarella
Pepe nero q.b.
Parmigiano grattugiato q.b.
Procedimento:
Preparare l’impasto: Sciogliere il lievito e lo zucchero in acqua tiepida, poi unire la farina e impastare fino a ottenere un composto morbido. Aggiungere il sale e continuare a lavorare l’impasto. Lasciare lievitare per almeno 2 ore, coperto da un panno umido.
Farcitura: Stendere piccoli dischi di impasto e farcirli con la ricotta, il salame, la provola e un po’ di pepe. Chiudere a mezzaluna, sigillando bene i bordi per evitare fuoriuscite durante la frittura.
Frittura: Scaldare l’olio di semi in una padella profonda e friggere le pizze a fuoco medio fino a doratura. Scolare su carta assorbente e servire calde.
Come farcire la Pizza Fritta
Nel corso del tempo, la pizza fritta si è evoluta, e oggi esistono diverse varianti che riflettono la creatività e l'influenza regionale.
1. Montanara
La Montanara è una pizza fritta di dimensioni ridotte, solitamente condita con sugo di pomodoro fresco, basilico e una spolverata di parmigiano o pecorino. Dopo la frittura, può essere brevemente passata al forno per fondere il formaggio, creando un piatto che unisce le tecniche della frittura e della cottura al forno.
2. Pizza Fritta Ripiena
Esistono innumerevoli ripieni per la pizza fritta, oltre alla classica farcitura di ricotta e salame. Tra le varianti più comuni ci sono: Ripieno di scarola: con scarola saltata in padella, olive nere, capperi e acciughe. Ripieno di friarielli e salsiccia: un omaggio ai sapori tipici della cucina napoletana.
3. Pizza Fritta Dolce
Una variante dolce della pizza fritta è quella farcita con crema pasticcera o Nutella e poi cosparsa di zucchero a velo. Questa versione viene servita spesso come dessert o snack goloso.
Oggi la pizza fritta sta vivendo una vera e propria rinascita, grazie alla crescente popolarità dello street food. Molti pizzaioli famosi, come Gino Sorbillo, hanno riportato in auge questo piatto tradizionale, rendendolo una prelibatezza ricercata non solo nelle strade di Napoli ma anche in molte altre città italiane ed estere. La semplicità della preparazione, unita al gusto ricco e deciso, ne fa una delle pietanze più apprezzate della tradizione culinaria partenopea. La pizza fritta, infatti, rappresenta l’ingegnosità e la resilienza del popolo napoletano, capace di creare un piatto gustoso con pochi ingredienti. Dalle sue origini umili fino a diventare un’icona dello street food moderno, la pizza fritta continua a conquistare palati di ogni genere, offrendo sapori autentici e memorabili. Questa deliziosa variante della pizza classica è l’emblema della cucina napoletana, un simbolo di tradizione, semplicità e amore per la convivialità.
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