Tremila euro di budget, 160 persone coinvolte tra cast artistico e tecnico, 60 location, tre settimane di set e un centinaio di ore di girato: sono questi i numeri sorprendenti dell’opera prima di Daniele Gonciaruk, Storie Sicilian Comedy. Un piccolo prodigio nato grazie allo sforzo di una giovane casa di produzione indipendente, la Dagoruk, fondata dallo stesso regista, e che quest’anno approda alla 58^ edizione del Taormina Film Fest , dove sarà proiettato il 25 Giugno alle ore 14 al Palacongressi Sala A.
Il progetto del film nasce alla fine del 2008 quando si pensava solo ad un cortometraggio e si voleva raccontare la storia di un personaggio, Mario, un attore disoccupato costretto dalle contingenze economiche a tornare a vivere nella casa dell'anziana madre depressa e ipocondriaca, ma in fase di stesura della sceneggiatura nascono poi le storie di Paolo e Angela. Due nuovi personaggi accomunati dalla stessa tensione emotiva e condizione esistenziale.
Da qui l’idea di trasformarlo in un lungometraggio, oggi della durata di 79’.
Un film che è anche un piccolo miracolo di produzione nato dal coraggio di un gruppo di professionisti, primo fra tutti il regista Gonciaruk, attore di prosa, siciliano di padre ucraino, che afferma: “Sono passato dal teatro al cinema avendo solo 3.500 euro in tasca”: è questo infatti il percorso che ha compiuto per far nascere il suo primo film. Un film “minimalista”, una “commedia triste e un po' naïf” in cui le storie raccontate non vivono di grandi colpi di scena, ma piuttosto sono, come li definisce lo stesso regista dei “piccoli acquerelli”, ritagli di vita.
Con pochissime pennellate il regista riesce infatti a raccontare la storia di tre personaggi, Mario, Paolo e Angela appunto, accomunati dallo stesso disagio e da quel malessere nascosto che nasce dal non sentirsi pienamente aderenti alla realtà che li circonda con echi lontani di una possibile malattia che molti definirebbero con una parola precisa ma che nel film vive solo in forma di sottotesto, depotenziata, celata e condita da molta ironia e situazioni grottesche.
Sullo sfondo di queste storie intravediamo la vita di una provincia siciliana, fatta di orizzonti strettissimi e vite spesso borderline e a volte invisibili.
I personaggi come ci dice lo stesso Gonciaruk, sono in gran parte ispirati a storie reali, sottratti alla vita, agli incontri, alle esperienze, persone vicine o lontane, frammenti di vita rubati e rielaborati nella pagina scritta prima e davanti ad una cinepresa poi.
Al film, che ricordiamo per ammissione dello stesso regista, è un opera soprattutto corale, hanno partecipato un gran numero di attori siciliani con qualche rara eccezione. Tra i protagonisti ricordiamo il catanese Mimmo Mignemi (Mario), il toscano Massimo Reale (Paolo) la palermitana Ilenia fiorito, la romana di origini sicule Carla Cassola (la madre di Paolo) e il messinese Maurizio Marchetti che nel film interpreta il ruolo di un barbone.
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