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Placido: i nostri politici
accecati dal potere

Il problema dei nostri politici "è che non sono uomini, perché il potere acceca. Magari Grillo andrà al potere e sarà accecato pure lui. La grande democrazia sta tutta nel riuscire a restare uomini, ancorati alla realtà, come diceva Zavattini, bisogna andare in tram, tra le persone". Lo dice con l'usuale franchezza Michele Placido, ospite oggi al Taormina Film Fest, dove è stato protagonista di un incontro con il pubblico, composto soprattutto di studenti.

L'attore e regista, impegnato nelle prove di re Lear che debutterà il 6 agosto a Verona ("Fare Shakespeare a teatro è meglio dell'Oscar" spiega sorridendo), si sofferma in particolare sul ruolo di politico corrotto che sta recitando in Viva l'Italia, la commedia corale di Massimiliano Bruno ("penso farà grandi cose, mi ricorda il Monicelli prima maniera" dice Placido) in questi giorni sul set. "il mio è un ruolo ispirato alla politica italiana peggiore. E' un uomo con tre figli fonti di delusioni. Uno è dottore in un ospedale allo sfascio, uno cretino in un posto importante e una ragazza aspirante attrice con la zeppola che vuole andare ad ogni costo in tv". Sono interpretati da Alessandro Gassman, Raoul Bova, e Ambra Angiolini. 'Non si fanno nomi e cognomi nel film, ma si puo' pensare a Bossi e al figlio - aggiunge - ma anche a Lusi, non c'é un partito che si salvi".

A differenza però dei politici veri "il mio chiede scusa, e vomita in un grande discorso finale tutto quello che non va del Paese" e facendo poi un paragone con re Lear "che dopo grandi errori fa un percorso di espiazione, sottolinea che "é difficile pensare, che personaggi come Berlusconi siano in grado di fare lo stesso". Placido, classe 1946, parla anche del suo nuovo film da regista, girato in Francia Il cecchino, con Daniel Auteil e Mathieu Kassovitz, che uscirà il 5 settembre in Francia e più avanti in Italia, da 01: "E' nella tradizione dei polar francesi, con una partenza esplosiva, alla Michael Mann, ma c'é anche la mia introspezione nel raccontare i personaggi, come ho fatto in Romanzo criminale". L'attore e regista ha anche già scritto un nuovo progetto, L'innesto, tratto da Pirandello, di cui inizierà le riprese, sempre in Francia, a marzo: "Stasera incontrerò Castellitto, che è un amico, e vorrei proporgli il ruolo dell'attore principale. Per quello della protagonista invece incontrerò la prossima settimana Berenice Bejo". Oltralpe, dice, "si può lavorare con più mezzi e tempo ma lì apprezzano e ammirano il cinema italiano che riesce ad andare avanti con poco. Lo dimostra anche il premio a Cannes a Garrone.

I francesi invece sono andati con 12 film e sono tornati a mani vuote". Resta però il momento difficile soprattutto per i nuovi autori: "Ho scritto un testo con Valerio Binasco, un regista teatrale di grande talento di cui vorrei produrre la prima regia cinematografica. La storia di un giovane che dopo una serata in famiglia, annuncia di volersi uccidere. E' un progetto a basso budget, basterebbero 400mila euro, ma Rai Cinema ha rifiutato. E se dicono no a me, figuriamoci ai ragazzi". Secondo il regista "Festival come quelli di Roma o anche Taormina, dovrebbero diventare feste per i giovani autori. E noi con più esperienza dovremmo farci più coinvolgere da loro, mettendoci in gioco, prendendoceli accanto e insegnandogli il mestiere".

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