Controcorrente e geniale, Terry Gilliam, 71 anni, dalla comicità anticonformista dei Monty Python, ad alcuni dei film più visionari degli ultimi 30 anni (Fra gli altri, Brazil e L'esercito delle 12 scimmie) stigmatizza con humour gli orientamenti di una società dove - spiega - "Hollywood, vuole addormentare le nostre menti, le nostre coscienze" e "la nostra visione del mondo è inquinata dai media. Siamo intrappolati in un labirinto di milioni di cose da comprare, che vogliono controllare la nostra vita". Il regista lo ha detto oggi al Taormina Film festival, dove è stato protagonista di una Taoclass (incontro con il pubblico).
Nel dialogo con gli spettatori e i giornalisti, il cineasta, che al festival riceve i premi Taormina Art Award e Cubovision di Telecom Italia, lascia senza una risposta precisa solo la domanda sui suoi progetti: "In passato quando ne ho parlato poi spesso sono evaporati (il più famoso è il Don Chisciotte, ndr). Nella mia carriera c'é un cimitero di idee... Per ogni nuovo film sono manomaniaco, mi fisso solo su quello".
Dalle notizie in rete, le nuove 'fissazioni' potrebbero essere due: Mr Vertigo, dal romanzo di Paul Auster e Good omens, tratto dal romanzo di Neil Gaiman e Terry Pratchett, storia apocalittica ma intrisa di humour. Per Gilliam "l'immaginazione non è né buona né cattiva. Ad esempio in Germania durante la II guerra Mondiale c'era un ometto pieno di immaginazione che ha fatto un disastro".
Per lui è importante "reinventare la realtà, che in genere non va mai bene e cercare nuovi modi di guardare al mondo. Oggi vedo cose molto belle tecnicamente, ma sempre uguali, le stesse esplosioni, le stesse immagini... ed è molto deprimente". In film come I pirati dei Caraibi "vedo Johnny combattere con un polipo e navigare su una nave fantasma, ma non c'é vera paura, perché gli effetti digitali annullano la realta, e sostituiscono troppo la fantasia dello spettatore, non si lascia lo spazio per immaginare".
Eppure il cineasta è stato spesso in lizza per importanti progetti hollywoodiani, come il primo film di Herry Potter: "J.K Rowling e i produttori inglesi pensavano che io sarei stato la scelta migliore, ma Hollywood vuole persone che può controllare e io non lo sono". E parlando delle tragedie più grandi della sua vita, cita "la morte di Heath Ledger (nel periodo in cui stava girando con lui il Dr. Parnassus, ndr). Era un vero amico". Il cineasta, che recentemente ha riscosso grande successo a Palermo per la sua regia dell'opera di Berlioz La dannazione di Faust, ricorda con grande affetto il lavoro con i Monty Python: "Erano idee brillanti e abbiamo avuto la fortuna di essere lasciati liberi, i dirigenti della Bbc non venivano a dirci cosa fare". E commentando le scene dei loro film insieme aggiunge: "Mi ero dimenticato di quanto fossero divertenti. Oggi però non siamo più le stesse persone - dice ironico -. Siamo stanchi, vecchi, intrappolati negli alimenti da pagare a nostre ex mogli... non abbiamo l'entusiasmo di prima".
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