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Valerio Binasco lancia
la Popular Shakespeare company

"Tra accettare il ricatto depressivo di questi tempi e fare una follia, noi abbiamo scelto di tentare la follia". A parlare così è Valerio Binasco (e forse anche un po' il Prospero che già si è calzato addosso), regista e attore pluripremiato tra cinema e teatro, capace di passare da Cechov alla Ginzburg passando per Ozpetek, oggi anima della PSK - Popular Shakespeare Company, nuova compagnia che raccoglie una ventina di artisti tra i 21 e 53 anni d'età, nata sulla voglia di fare teatro e di trovare un modo 'altro' di riuscirci, anche in tempi di crisi. Con un obiettivo alto: rimpadronirsi dei classici, a partire da Shakespeare con 'La tempesta' che porteranno in prima nazionale da domani al 21 luglio al Teatro Romano di Verona, ospiti del 64/o Festival Shakespeariano/Estate Teatrale Veronese.

"L'idea della compagnia - racconta Binasco - è nata dopo il successo di 'Romeo e Giulietta' che ho diretto con Riccardo Scamarcio. Gli applausi ebbero la meglio sui conti e sarebbe stato uno spreco rinunciare a quel gruppo. Le nuove generazioni poi oggi sembrano condannate a fare solo teatro di ricerca, mentre è bene che ci si rimpadronisca a testa alta del repertorio classico. Cosa dovremmo aspettare, una finanziaria di Monti per il teatro?". E siccome le idee hanno un cammino autonomo dall'economia, ecco nato il nuovo modello produttivo della PSK, o, come lo definisce Binasco, il "chilometro zero della produzione", con l'impegno di allestire almeno un classico l'anno per continuare a offrire al pubblico grandi testi, in un momento in cui la crisi spinge invece sempre più verso spettacoli di piccole dimensioni. "Con quello che ci offrivano abbiamo pensato che potevamo fare da soli", prosegue il regista, che con la compagnia ha messo su una sorta di comune vicino Paderna per le prove. "Vendendo lo spettacolo a due teatri - racconta - abbiamo coperto due terzi del budget. Il resto è arrivato da sponsor di tutti i tipi", dal panettiere alla Pernigotti, fino al paese intero cui hanno aperto le prove. "Aiuti che forse un giorno avremmo rifiutato, ma che oggi testimoniano il ritorno di uno spirito di solidarietà tipico del dopoguerra".

A Shakespeare è dedicato il primo spettacolo, 'La tempesta', ma anche l"Otellò annunciato per il Festival veronese del 2013 con Luca Zingaretti protagonista, cui Binasco spera di alternare Pirandello, il Simposio di Platone e l'Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni, tutti realizzati con lo stesso modulo di risparmio. "Non sappiamo quale sarà il risultato, ma questo è il momento degli attori - incalza -. E' ora di uscire dall'abbraccio, non sempre salutare, di burocrati e manager. Siamo partiti da Shakespeare perché è un punto di riferimento importante in questa crisi epocale, che non è solo economica". Se qualcuno paragona la PSK alla Compagnia dei giovani di Giorgio De Lullo e Romolo Valli ("abbiamo la stessa voglia di arrembaggio, loro in modo più elegante, noi forse più piratesco"), Binasco usa spesso il termine "teatro povero". La sua Tempesta, che in autunno girerà tra Prato, le Marche e l'Emilia Romagna con richieste che iniziano ad arrivare anche dalle grandi città, si agiterà infatti su vecchie quinte offerte dallo Stabile di Prato e con solo un bastone come elemento scenografico. I grandi precedenti da Strehler a Peter Brook sono inevitabilmente presenti, ma "noi - prosegue - siamo partiti da una domanda: cos'é per un uomo contemporaneo il rapporto con il magico, con il naufragio e la perdita? I personaggi del testo sono tutti re o duchi esautorati di qualcosa, un po' come è l'Italia di oggi. E sull'isola arrivano tutti sconfitti che ancora non sanno di esserlo. Una visione forse melanconica. Di certo, una Tempesta piena di emozioni calde, dove si piange e ci si commuove".

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