Le risorse impiegate in un procedimento fisico sono destinate ad esaurirsi e non possono essere recuperate. La frase è quella che in sostanza riassume la seconda legge della termodinamica, principio della fisica al quale i Muse si sono ispirati per il loro sesto capitolo da studio, 'The 2nd Law', in uscita il 2 di ottobre e che la band ha presentato oggi alla stampa tra gli specchi di un hotel milanese.
"Quando penso ai testi - dice Matt Bellamy - i miei riferimenti vanno dagli argomenti più universali fino alle cose di tutti i giorni. Questa volta, per rendere l'idea della situazione ambientale del nostro pianeta e di quello che potrebbe succedere, mi sono ricordato di quel principio della fisica studiato a scuola". Per riunire le idee e metterle in pratica nel modo più agevole possibile, Bellamy, Chris Wolstenholme e Dom Howard hanno deciso di trasferirsi a vivere tutti a Londra e dintorni e di prendere uno studio tutto per loro dove suonare a piacere, concedendosi tempi di produzione più elastici che hanno anche permesso al cantante, come ha confermato il diretto interessato, di lavorare di più sulla sua voce rispetto a quanto fatto per gli album precedenti. "Trovarsi a registrare vicino a casa - ha aggiunto a proposito Wolstenholme, che con la famiglia e i cinque figli a preso casa nei dintorni della città - ha creato in studio un clima completamente diverso rispetto alle precedenti esperienze, quando spesso il solo fatto di organizzare le registrazioni diventava un problema, visto che arrivavamo tutti da luoghi diversi". Il risultato è stato un album di tredici brani in totale, scanditi tra le influenze della musica classica sempre tanto cara a Bellamy, così come le atmosfere delle colonne sonore del cinema e quelle alla Ennio Morricone che già avevano fatto capolino nel precedente 'Knights Of Cydonia'. La scaletta si muove dall'apertura di 'Supremacy' fino al brano che dà il titolo all'album, 'The 2nd Law', diviso in due parti ('Unsustainablé e 'Isolated system'), passando per l'inno olimpico 'Survival'.
"Sento che è la cosa migliore che abbiamo mai fatto - ha commentato il batterista Dom Howard -. Si respirava un senso di avventura mentre lo facevamo". Diversamente dal solito, questa volta Bellamy non è stato il solo a pensare alle canzoni. La decima e l'undicesima traccia portano infatti la firma del bassista, Wolstenholme, che ha scritto e cantato 'Save Me' e 'Liquid State'. "E' stata un'esperienza molto bella - sottolinea - perché avevo delle cose personali da raccontare ed era il momento giusto per farlo". Sul versante delle date live, i Muse arriveranno presto in Italia per due concerti, il primo previsto per il 16 novembre a Bologna e il secondo a Pesaro, il giorno successivo. Abituati negli ultimi anni ad avere dal vivo una serie di supporti scenografici e tecnologici all'avanguardia, pare che anche per il prossimo tour i tre non saranno da meno. "Al momento - hanno confermato i tre - stiamo pensando a qualcosa come una piramide capovolta".
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