"La canzone? Non esiste più. Ormai c'è solo la canzone televisiva. Non si compongono più canzoni, ma prodotti, immagini". Ne è convinto Gino Paoli, invitato da Fabio Fazio a gareggiare al prossimo festival di Sanremo. Ciò nonostante, partecipare all'evento televisivo per eccellenza non é una contraddizione: "Dipende da come ci vai. Se andrò, lo farò a modo mio, per dire a tutti 'signori, sono tutte cazzate: questa e' la musicà".
A modo suo significa salire sul palco insieme al pianista jazz Danilo Rea, diventato da alcuni anni suo compagno di avventure. "A Fazio ho posto questa condizione: o con Danilo o niente. Altrimenti ciccia". Per il cantautore, "Sanremo è diventato una specie di spauracchio per chi ha paura di mettere in pericolo una posizione acquisita. A me invece non me ne frega niente".
Il primo ottobre esce 'Due come noi che...', una raccolta di perle del nostro patrimonio musicale per piano e voce, pubblicata dall'etichetta dell'Auditorium di Roma. Proprio nella Sala Santa Cecilia stasera Paoli e Rea presenteranno live il loro nuovo progetto. "Spesso non sappiamo cosa faremo sul palco fino all'ultimo momento - racconta Paoli -. Facciamo il contrario di quello che sta succedendo in generale, che è tutto preparato. Anche il disco abbiamo deciso di farlo dopo 10-15 concerti insieme, non prima, a tavolino. Me l'ha suggerito mia moglie - racconta -, mi ha detto che non avevo mai trovato una sintonia così straordinaria come con lui".
"Oggi conta come porti i capelli o che giacca hai - spiega -. Chi scrive canzoni ormai lo fa pensando a un target. Ma l'espressione artistica è un'altra cosa: nasce per soddisfare un bisogno che viene da dentro. Come mi disse Lester Young quando avevo 16 anni, 'fare il jazz e' come pisciaré. Qualsiasi forma d'arte deve nascere da un bisogno profondo". Accostato per la sua capacità di improvvisazione al grande Keith Jarrett e con alle spalle collaborazioni con Mina, Baglioni, Modugno, Morandi e Daniele, Danilo Rea non è molto attratto da Sanremo e svela: "Due anni fa Zampaglione mi chiese di suonare come suo ospite ma dissi no. Preferisco non apparire in tv, tanto più a Sanremo. Ma Gino è convinto che eseguire due brani sia come fare un piccolo concerto, dà la possibilità di trasmettere pathos, un'atmosfera. Spero che scriva due grandi brani". Da ex deputato (eletto nel Pci),
Paoli non vuole commentare la situazione politica: "Me ne sono occupato per cinque anni, vorrei non parlarne più. Ho molti amici politici, ma con loro non ne parlo". Neanche con Beppe Grillo? "Siamo amici, abitiamo a cento metri l'uno dall'altro. Le nostre mogli si vedono tutti giorni. La mia mi ha detto che Grillo si sta preparando per fare a nuoto la traversata dello stretto di Messina. Ma non so altro, se volete saperne di più chiedetelo a lui". Ma con Rea farete un Neverending tour come Dylan? "Non lo so - risponde Paoli -, pare che abbiamo un sacco di richieste. La gente è stanca di vedersi imporre le cose, di subire. Ormai quasi il 40% degli italiani non va più a votare, vorrà dire qualcosa...".