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Sculture "dimenticate"
nei cantinati

 

Marcello Mento
Un piccolo mistero aleggia su due opere custodite nella Camera di Commercio di Messina. Riguarda la collocazione dei due altorilievi realizzati dal famoso scultore Gaetano Russo nel 1906 per la facciata principale dell'edificio - che allora sorgeva in via Garibaldi - e che invece dopo la costruzione del nuovo palazzo camerale in piazza Cavallotti nel 1929, vennero relegati lungo le scale che portano ai cantinati. Un luogo decisamente infelice, che non permette per la sua angustia di poter ammirare le due opere per come meriterebbero. Perché questa scelta? E a farla fu lo stesso architetto Camillo Pugliesi Allegra, autore del progetto, oppure qualche funzionario camerale?
L'interrogativo può sembrare capzioso, ma a nostro giudizio non lo è. Salta infatti subito all'occhio quella che oltre ad essere un'incongruenza, è anche decisamente una scelta improvvida dettata da motivi di cui non si conoscono ancora le ragioni. A sentire alcuni studiosi non c'è nessun giallo, ma noi non ne siamo convinti.Gaetano Russo non era uno scultore qualsiasi, bensì un artista molto in vista e quotato tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, che godeva grande stima da parte degli organi della Camera di commercio del tempo e da parte soprattutto della critica. Così come i due altorilievi (Allegoria del commercio e dell'Industria e Allegoria della Scienza e delle Arti) non sono opere banali, anzi, si tratta di due sculture di notevole pregio artistico e di grande plasticità. Per comprendere il valore di Russo è utile ricordare che è lui l'autore del monumento a Cristoforo Colombo collocato a Columbus Circle, all'uscita di Central Park, a New York, nel 1892, in occasione del 400. anniversario della scoperta dell'America da parte del grande esploratore italiano.Ma chi è Russo? Nato a Messina nel dicembre del 1847, si presume muoia in riva allo Stretto nel 1908, anno in cui probabilmente si trovava in città per seguire i lavori di completamento dei due altorilievi e la loro collocazione sulla facciata del Palazzo camerale. Nel 1870, a 23 anni, grazie alla sua abilità tecnica e ai buoni uffici di alcuni tra gli artisti più influenti di Messina, tra i quali Michele Panebianco, suo insegnante, riceve un sussidio comunale per recarsi a Roma. Qui ebbe come maestri Girolamo Masini e, soprattutto, Giulio Monteverdi, di cui si ricorda tra gli altri l'imponente gruppo statuario dedicato a Vincenzo Bellini a Catania.Russo a Roma si mette subito in luce tanto da ottenere la commissione dei grandi bassorilievi con La Vendemmia e L'Agricoltura, per la facciata dell'edificio che oggi ospita l'Accademia di Arte Drammatica, a Roma. Così come suoi sono i frontoni del grande Policlinico "Umberto I", sempre nella capitale.Acquisita una certa notorietà Russo si dividerà tra Messina e Roma. In Sicilia il nostro artista si caratterizza soprattutto per le opere realizzate per il Gran Camposanto cittadino. E infatti avrà la sua consacrazione quando nel 1871 il Comune gli commissiona il cenotafio dedicato a Felice Bisazza, completato a Roma nel 1874. Famoso anche il monumento a Marco Miceli Puglisi, del 1877, nel quale spicca l'aggraziata figurina alata, che riprenderà qualche anno dopo scolpendo il Genio della scoperta dell'America, intento a far girare il globo, pertinente al monumento celebrativo di Cristoforo Colombo di New York.Insomma, non si trattava, come è facile comprendere, di un artista le cui opere potevano passare inosservate. Anzi.Gli storici dell'arte Luigi Giacobbe e Grazia Musolino, autori tra l'altro del bel libro edito da Magika, Marmi d'Ufficio, sulle sculture in possesso della Camera di commercio di Messina, non conoscono i motivi che portarono l'architetto Camillo Puglisi Allegra a non prevedere nel progetto del nuovo Palazzo camerale una sistemazione "dignitosa" per i due altorilievi commissionati dal consiglio camerale nella seduta del 17 novembre del 1906. Al contrario invece di quanto avevano fatto nel 1888 i progettisti dell'edificio poi crollato nel 1908, che avevano ricavato due incavi nella parte alta della facciata principale.Anche se non possono che restare perplessi circa la soluzione adottata per sistemare le due belle opere. «È difficile comunque negare - commenta Giacobbe - che la posizione in cui si trovano adesso è alquanto infelice».Il mistero rimane e pensiamo che una collocazione diversa, dal momento che sono stati realizzati per essere visti da una certa distanza, la meriterebbero.di 

di Marcello Mento

 

Un piccolo mistero aleggia su due opere custodite nella Camera di Commercio di Messina. Riguarda la collocazione dei due altorilievi realizzati dal famoso scultore Gaetano Russo nel 1906 per la facciata principale dell'edificio - che allora sorgeva in via Garibaldi - e che invece dopo la costruzione del nuovo palazzo camerale in piazza Cavallotti nel 1929, vennero relegati lungo le scale che portano ai cantinati. Un luogo decisamente infelice, che non permette per la sua angustia di poter ammirare le due opere per come meriterebbero. Perché questa scelta? E a farla fu lo stesso architetto Camillo Pugliesi Allegra, autore del progetto, oppure qualche funzionario camerale?

L'interrogativo può sembrare capzioso, ma a nostro giudizio non lo è. Salta infatti subito all'occhio quella che oltre ad essere un'incongruenza, è anche decisamente una scelta improvvida dettata da motivi di cui non si conoscono ancora le ragioni. A sentire alcuni studiosi non c'è nessun giallo, ma noi non ne siamo convinti.Gaetano Russo non era uno scultore qualsiasi, bensì un artista molto in vista e quotato tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, che godeva grande stima da parte degli organi della Camera di commercio del tempo e da parte soprattutto della critica. 

Così come i due altorilievi (Allegoria del commercio e dell'Industria e Allegoria della Scienza e delle Arti) non sono opere banali, anzi, si tratta di due sculture di notevole pregio artistico e di grande plasticità. Per comprendere il valore di Russo è utile ricordare che è lui l'autore del monumento a Cristoforo Colombo collocato a Columbus Circle, all'uscita di Central Park, a New York, nel 1892, in occasione del 400. anniversario della scoperta dell'America da parte del grande esploratore italiano.

Ma chi è Russo? Nato a Messina nel dicembre del 1847, si presume muoia in riva allo Stretto nel 1908, anno in cui probabilmente si trovava in città per seguire i lavori di completamento dei due altorilievi e la loro collocazione sulla facciata del Palazzo camerale. Nel 1870, a 23 anni, grazie alla sua abilità tecnica e ai buoni uffici di alcuni tra gli artisti più influenti di Messina, tra i quali Michele Panebianco, suo insegnante, riceve un sussidio comunale per recarsi a Roma. Qui ebbe come maestri Girolamo Masini e, soprattutto, Giulio Monteverdi, di cui si ricorda tra gli altri l'imponente gruppo statuario dedicato a Vincenzo Bellini a Catania.

Russo a Roma si mette subito in luce tanto da ottenere la commissione dei grandi bassorilievi con La Vendemmia e L'Agricoltura, per la facciata dell'edificio che oggi ospita l'Accademia di Arte Drammatica, a Roma. Così come suoi sono i frontoni del grande Policlinico "Umberto I", sempre nella capitale.Acquisita una certa notorietà Russo si dividerà tra Messina e Roma. In Sicilia il nostro artista si caratterizza soprattutto per le opere realizzate per il Gran Camposanto cittadino. 

E infatti avrà la sua consacrazione quando nel 1871 il Comune gli commissiona il cenotafio dedicato a Felice Bisazza, completato a Roma nel 1874. Famoso anche il monumento a Marco Miceli Puglisi, del 1877, nel quale spicca l'aggraziata figurina alata, che riprenderà qualche anno dopo scolpendo il Genio della scoperta dell'America, intento a far girare il globo, pertinente al monumento celebrativo di Cristoforo Colombo di New York.Insomma, non si trattava, come è facile comprendere, di un artista le cui opere potevano passare inosservate. 

Anzi. Gli storici dell'arte Luigi Giacobbe e Grazia Musolino, autori tra l'altro del bel libro edito da Magika, Marmi d'Ufficio, sulle sculture in possesso della Camera di commercio di Messina, non conoscono i motivi che portarono l'architetto Camillo Puglisi Allegra a non prevedere nel progetto del nuovo Palazzo camerale una sistemazione "dignitosa" per i due altorilievi commissionati dal consiglio camerale nella seduta del 17 novembre del 1906. Al contrario invece di quanto avevano fatto nel 1888 i progettisti dell'edificio poi crollato nel 1908, che avevano ricavato due incavi nella parte alta della facciata principale.

Anche se non possono che restare perplessi circa la soluzione adottata per sistemare le due belle opere. «È difficile comunque negare - commenta Giacobbe - che la posizione in cui si trovano adesso è alquanto infelice».Il mistero rimane e pensiamo che una collocazione diversa, dal momento che sono stati realizzati per essere visti da una certa distanza, la meriterebbero.

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