Cinquanta opere per raccontare un Kandinsky inedito per l'Italia. Si apre oggi a Palazzo Blu di Pisa il secondo ciclo di grandi mostre con la personale dedicata proprio a Wassily Kandinsky, in un viaggio che porta il padre dell'astrattismo dal suo periodo russo all'Europa.
I capolavori di Kandinsky, provenienti dal museo di San Pietroburgo e da altre importanti istituzioni pubbliche russe, oltre che dallo Schoenberg Center, dal Centre Pompidou di Parigi e da collezioni private, ricostruiscono la storia e le origini della sua arte e sono messi a confronto con i dipinti di altri membri dell'avanguardia tedesca e russa di inizio '900 (Gabriele Munter, Alexej Jawlensky, Marianne Werefkin e Arnold Schoenberg) e con manufatti dell'arte popolare russa, in un itinerario che idealmente conduce appunto dalla Russia presovietica all'Europa di inizio Novecento.
Il percorso espositivo è aperto da un'affascinante e sorprendente sezione dedicata alle radici visive e concettuali della sua opera con rari oggetti appartenenti alla tradizione dello sciamanesimo raccolti negli stessi anni in cui Kandinsky li appuntava sui suoi taccuini e da coloratissimi oggetti della tradizione folklorica russa fino a raggiungere il punto di congiunzione fra le avanguardie occidentali e i maggiori protagonisti dell'avanguardia russa. La mostra è curata da Eugenia Petrova, direttrice aggiunta del museo di San Pietroburgo in collaborazione con Claudia Beltramo Ceppi.
"E' la prima - ha spiegato il sindaco, Marco Filippeschi - del nuovo ciclo di Palazzo Blu e conferma la caratura culturale di livello internazionale, che dimostra quanto sia effervescente la città sotto questo profilo capace di conquistarsi negli anni recenti, grazie a Palazzo Blu, un ruolo di primo piano ed è anche per questo che rinnoviamo la richiesta al Governo nazionale di fare la sua parte su questioni che da troppi anni attendono risposte: mi riferisco al completamento del museo delle antiche navi e a un piano di recupero dell'ex teatro Rossi".
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