Risalgono a circa un milione di anni fa i nuovi fossili appartenenti al genere Homo che sono stati scoperti in Eritrea, nel sito di Muhuli Amo, noto come "santuario delle amigdale" per la ricchezza di questo genere di antiche pietre taglienti lavorate a forma di mandorla. Il ritrovamento si deve all'equipe di ricerca internazionale guidata dal paleoantropologo Alfredo Coppa dell'università Sapienza di Roma.
I reperti rinvenuti sono dei frammenti di cranio appartenenti allo stesso individuo che i ricercatori aveva precedentemente scoperto nello stesso sito. In particolare, un nuovo frammento riveste la massima importanza perché consente di ricostruire un intero osso parietale sinistro di Homo, permettendo di apprezzare in modo molto più completo la peculiare morfologia del cranio di questo individuo.
Viene così precisata la sua somiglianza con un altro reperto, il cosiddetto cranio UA31, risalente alla stessa epoca e proveniente dal sito di Uadi Aalad, a pochi chilometri di distanza. La sua morfologia può dunque essere considerata rappresentativa di una popolazione e non di un singolo e particolare individuo. Ulteriori reperti sono in analisi, in quanto lo spesso sedimento che li ricopre ha impedito una immediata conferma della loro appartenenza al genere Homo.
"Questi nuovi ritrovamenti confermano in maniera definitiva che l'area che stiamo investigando – spiega Alfredo Coppa – è una delle aree a più alta potenzialità per le ricerche che si occupano delle origini della nostra specie sapiens, i cui diretti antenati compariranno nella regione circa 400.000 anni più tardi".