Domenica 28 Aprile 2024

Paoli-don Gallo
film su musica d'autore

Voci, suoni, contrappunti. Fantasmi che incrociano personaggi reali, una dimensione altra eppure concreta, qui e ora. Un film, forse, un docu-film più esattamente: questo è "Una canzone per il Paradiso" con don Andrea Gallo e Gino Paoli a far da guida sotto la direzione del regista Nicola di Francescantonio, che uscirà in anteprima il 7 maggio al Cinema Sivori di Genova. 

Non c'é miglior location dei vicoli di Genova per far rivivere Tenco, De André, Bruno Lauzi, Umberto Bindi che si muovono, grazie agli effetti speciali di Sergio Stivaletti, tra via del Campo e Via Luccoli, via Pré dove incontreranno persone reali, quelli di oggi che hanno conosciuto, frequentato, amato quelli di ieri: Gino Paoli e Paolo Villaggio e don Andrea Gallo, prete sì ma anche a modo suo poeta. E sono proprio don Gallo e Paoli le guide dello spettatore che dovrà percorrere una storia che suona al ritmo dei passi nei caruggi tra la bottega del barbiere (Carmine Mazzone) e i trans del ghetto. Una storia che parte dalla presenza dei marines americani nel dopoguerra, dalle navi dalle quali sbarcavano i dischi con la musica brasiliana, il jazz, gli chansonniers come Brassens. Lì, nell'angiporto, quel gruppo di ragazzi, quelli di ieri con quelli di oggi, scrivevano canzoni. 

"Figli della guerra che hanno solo subito", dice Gino Paoli. Scuola dei cantautori genovesi, la si chiama oggi, quella scuola che influenzò Charles Aznavour, Jacques Brel, George Brassens, Bob Dylan, Leonard Cohen. Quei cantautori (Lauzi, Bindi, Tenco, De André) nel film rivivono nelle testimonianze di chi negli anni è stato al loro fianco: Gian Franco Reverberi, Giorgio Calabrese, Arnaldo Bagnasco, ma anche nelle immagini in bianco e nero che Stivaletti fa fondere nelle mura dei vicoli. 

Le voci di quegli artisti realizzano un contrappunto con l'umanità che abita i vicoli, ritratta in sequenze da docufiction (molti gli inserti provengono dall'Archivio Ansaldo). C'é la trans Sara Hermanns che conquista un giovane scenografo scaraventato sul set (Alessandro Barbini) e lo porta a visitare il basso in cui lavora. C'é il limonaio morto poverissimo al quale le 'Bocche di rosa' del quartiere pagano il funerale. E proprio in questo sovrapporsi tra ciò che è stato e ciò che è sta il cuore vero di Genova.

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