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Amelio: Albanese
intrepido chapliniano

Fa mille lavori l'Intrepido Antonio Albanese, un giorno è cuoco, un altro tranviere, un altro lavora ai mercati generali, un altro è in cima ad una gru, un altro ancora gonfia maldestramente palloncini ad una festa elettorale, ogni giorno va a lavorare, perchè è brutto alzarsi la mattina e non sapere dove andare e così va di rimpiazzo. Poi c'è Edo (Gabriele Rendina), il figlio ventenne, suona il sax da Dio, è un artista vero e poi c'è la misteriosa Lucia (l'esordiente Livia Rossi), che ha l'età del figlio e con Antonio è 'solo amica'.

Gianni Amelio torna per la sesta volta alla Mostra del cinema di Venezia: in 4 settembre in concorso con L'intrepido, dal giorno dopo nelle sale distribuito da 01. ''Un film - dice Amelio - che respira l'aria di questo tempo, ma ogni tanto vuole trattenere il fiato''. Questa storia familiare, intima, racconta soprattutto la vita precaria, del protagonista Antonio pronto a cambiare divisa di lavoro ogni giorno, a lavorare ma a modo suo, ''parla dell'oggi e di tutti noi e non potrebbe essere più attuale. Però - prosegue Amelio - lo fa in una chiave che non è realistica o neorealistica ma metaforica, usando talvolta anche il grottesco con Albanese che è un po' un Candide che attraversa questa città italiana simbolica, lavora e non lavora e però ha fiducia e speranza. Un personaggio che, ammetto, ha la mia stessa filosofia di vita, penso che non bisogna mai lasciarsi andare o peggio piangersi addosso, vedere sempre che c'è una luce in fondo al buio. Ecco, il mio Antonio vuole andare incontro alla luce. E poi ci sono il figlio e una ragazza giovane, uno spaccato di diverse generazioni e di modi di affrontare la vita''. Non c'è insomma ''una denuncia sociale - dice Amelio - ma uno sguardo profondo sulle avventure e le disavventure dell'esistenza anche se all'apparenza sembra uno distaccato dalle cose che gli capitano intorno''. Il titolo rimanda ai fumetti di cui il regista, come tanti, era avido da ragazzino, pronto a correre in edicola per scoprire la nuova avventura che capitava al protagonista. E come per la rivista ''ci si aspetta una sorta di lieto fine''.

Non bisogna pensare infatti ad un film triste, ''si ride come non mai'', anche grazie ad Albanese. ''Ho scritto il film su di lui e per lui. E' un attore eccelso, formidabile, meraviglioso - aggiunge il regista che vinse il Leone d'oro con Così ridevano, senza timore dei superlativi - è entrato nel ruolo in un modo incredibile, riesce a restituire sul grande schermo un'innocenza, un animo chapliniano, finendo per affrontare le battaglie di tutti i giorni in un modo picaresco''. Sceneggiato con Davide Lantieri, con la fotografia di Luca Bigazzi e le musiche di Franco Piersanti, L'intrepido è prodotto da Carlo Degli Esposti - lo scorso anno alla Mostra con Acciaio - della Palomar con Rai Cinema.

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