''Il mio è un viaggio femminile che si sdoppia tra nuova nascita e autocoscienza, in questo film sono come una bambina che vive ogni esperienza per la prima volta''. Così Scarlett Johansson, pantaloni neri e maglietta alla marinara, parla del suo personaggio di aliena in 'Under The Skin' di Jonathan Glazer, film in concorso in questa 70/ma edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica che ha ricevuto, alla prima stampa, ''buu'' e applausi.
Eppure, almeno inizialmente, la fiducia a questi alieni il pubblico al Lido la aveva data anche solo per il fatto di aver fatto indossare, alla propria avanguardia, il corpo di Scarlett Johansson. Questo però l'unico colpo di genio di questo film che aveva già avuto una fredda accoglienza al festival di Telluride in Colorado. Comunque il film è la storia di una extraterrestre dalla fattezze umane che si ritrova a viaggiare attraverso la Scozia sfruttando la sua bellezza, il suo fascino e ovviamente le sue nudità per contattare e poi nutrirsi degli umani. Durante questo viaggio, in cui ogni cosa è per lei nuova, comincerà lentamente ad umanizzarsi sempre più mostrando una curiosità sorprendente per semplicità e grazia. ''Under The Skin si è sempre mosso tra realtà e finzione'', spiega l'attrice nata a New York nel 1984 e che nel film ha girato molte scene con otto telecamere nascoste in situazioni reali.
''Noi - aggiunge - facevamo parte così dell'ambiente in una linea non chiara tra realtà e finzione. Ero spaventata, terrorizzata, nel fare queste scene perché non sapevo come la gente avrebbe reagito di volta in volta. Ho come dovuto abbandonare in qualche modo il mio istinto di sopravvivenza. Abbandonare la mia paura. Per me è stata una sorta di terapia psicanalitica''. Per Scarlett Johansson, che nel corso della sua carriera ha ottenuto quattro nomination ai Golden Globe, vinto un BAFTA e un Tony Award, una grande passione per l'italiano Federico Fellini. ''E' sicuramente il mio regista italiano preferito - dice - E il suo film 'La strada' il mio film preferito in assoluto. Tutte le volte che lo vedo mi si spacca il cuore e mi metto a piangere''. Dice infine il regista britannico Jonathan Glazer, una carriera nei videoclip (per Massive Attack, Radiohead, Blur) e solo un paio di film dietro la macchina da presa (Sexy Beast - L'ultimo colpo della bestia e Birth - Io sono Sean): ''mi ha attratto subito la storia del libro e soprattutto il fatto che questa aliena possa vedere il mondo attraverso degli occhi nuovi, vergini''