''La realtà se davvero vuoi essere onesto devi saperla raccontare e mostrare per quello che davvero è, se odiosa. Mi permetto di affidarmi a un maestro che amo particolarmente Anton Cechov, che scriveva: se vuoi essere davvero un "testimone imparziale" del mondo l'aderenza alla realtà è la regola fondamentale. La vita, a suo parere doveva essere descritta nella sua oggettività, senza la sovrapposizione di elementi propri della visione. Questo vale anche per la serie Gomorra, ecco perchè non c'era spazio per i buoni, mostrando il male assoluto, non significa che lo abbiamo assecondato al contrario''.
Così in una conversazione con l'ANSA Fortunato Cerlino che nella serie dei record di Sky Gomorra - la Serie ha il ruolo del boss Don Pietro Savastano, capo famiglia e fondatore dell'omonimo clan all'indomani della conclusione con epilogo shock (Con Gli episodi 11 e 12, visti su Sky Atlantic HD e Sky Cinema1HD da 850 mila spettatori medi).
Cerlino al fianco di Maria Pia Calzone, Marco D'Amore e Salvatore Esposito, nella serie Sky prodotta da Cattleya e Fandango è diretto da Stefano Sollima con Claudio Cupellini e Francesca Comencini, ha un lungo passato nel teatro ''ho lavorato con maestri come Ronconi e tanti altri'', ma aggiunge ''in Gomorra si voleva rappresentare il male puro e duro della malavita e del potere in ogni sua forma, senza filtri o edulcorazioni di sorta. La tragedia di Pietro, e di quelli come lui, è di essere uomini che hanno fallito completamente sul piano umano proprio per il fatto di aver compiuto certe scelte. Sono uomini logorati dal potere''.
Lei viene dalla stessa terra di Gomorra come si sopravvive? ''Sono stato fortunato i miei insegnanti mi hanno dato uno sguardo diverso sul mondo. Formare i giovani è importante, questo Paese deve puntare sull'istruzione''. Nella nuova stagione Pietro Savastano tornerà ad essere protagonista, lui riesce a fuggire nell'ultima scena da blindato in autostrada? ''Gli autori la stanno scrivendo''. Dopo la guerra aperta tra Ciro e Genny: ad avere la meglio però è L'Immortale che lo ferisce a morte, lasciando il suo corpo esanime a terra. Ma tutto non è come sembra. Ci sarà nella nuova serie? ''Questo non posso dirlo. E' stato deciso solo da poco da Sky la seconda stagione è in fase di scrittura. Ma sicuramente - replica Salvatore Esposito-Genny - è stato un grande successo ha riconosciuto la qualità di Gomorra, a riprova del fatto che quando un prodotto è valido gli spettatori lo apprezzano. La cosa interessante è l'evoluzione che subisce il personaggio di Genny, passa dall'essere il ragazzino impacciato, cicciottello cui interessano solo le macchine e le ragazzine, al dove suo malgrado diventare uomo dopo essere stato spedito in Honduras dalla madre, si ritrova a trattare con i Narcos, con i narcotrafficanti, ad uccidere. E lì la chiave di tutto. In quel momento la teoria del più forte ha il soppravvento''. Marco d'Amore-Ciro lo ritroveremo invece nella seconda stagione: ''Visto lo sviluppo e la caratterizzazione, Ciro non poteva che rappresentare l'incarnazione perfetta del male. Impossibile salvarsi, nella realtà di Gomorra, il baratro che conduce all'inferno è troppo grande per poter essere evitato. Anche se questa nostra Campagna è una territorio felix che dobbiamo tornare ad amare, un posto bellissimo, con luoghi e paesaggi, e donne meravigliose, non dobbiamo abbandonarlo''. ''La struttura della serie - prosegue D'Amore - in realtà è figlia della tragedia greca, che poi è il genere da cui è partito tutto il teatro, incluso quello di William Shakespeare. Nella tragedia greca: la centralità del nucleo familiare, la conflittualità nei rapporti padre-madre-figlio... è tutto lì''. Venduta ad oggi in 60 paesi nel mondo, definita da Variety "la risposta italiana a The Wire", "Gomorra - La Serie" tornerà su Sky con una seconda stagione.
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