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Huppert, vizio e virtù
secondo De Sade

Nella cavea del Teatro Romano di Spoleto, quando Isabelle Huppert appare per il suo 'Lit Sade', capelli biondi sulle spalle, un abito lungo Dior rosso e sandali neri dal tacco stratosferico, l'applauso è subito caloroso. Lei, in piedi per quasi un'ora e mezza, leccandosi un dito per girare le pagine, legge con toni e atteggiamenti normali alcuni brani forti del marchese De Sade, che acquistano così un senso paradossale e talvolta persino comico, nell'eccesso di disavventure e nefandezze che capitano alle due eroine 'Justine e Juliette - Il vizio e la virtù', come dice il sottotitolo di questo recital. Del resto paradossale è l'assunto del divin marchese nel raccontare le vite parallele di due sorelle, figlie di un ricco banchiere andato in rovina e che si trovano a doversi arrangiare nella vita, la prima, Juliette, seguendo la strada del vizio e la seconda, Justine, quella della virtù. Il risultato è che la prima, per la quale "il vizio è naturale e la virtù interessata", lottando per il male finisce per trionfare e risolvere i suoi problemi, mentre l'altra, religiosa e dedita a predicare il bene, finisce malissimo, vittima di tutti i vizi più torbidi degli altri, a cominciare ovviamente dagli uomini che approfittano di lei in tutti i sensi possibili. Il risultato è che il tutto ci appare come un più provocatorio che scandaloso e ideologico romanzo d'appendice con eroine che ne passano di tutti i colori e non si capisce come ogni volta possano sopravvivere. Frequentano uomini che si rivelano all'improvviso di rara e feroce crudeltà, oltre ad essere mostruosamente superdotati, entrano in castelli dove le donne, anche quelle al lavoro, magari legate alla ruota di un pozzo, sono sempre tutte nude. "De Sade scrive molto bene, un bel francese, e questi brani, scelti da Raphael Enthoven, li trovo molto divertenti nel loro cercar sempre di andare oltre tutti i limiti, col candore di Justine, che ogni volta non si aspetta mai il male dal prossimo, e la cinica visione del mondo di Juliette", ha commentato l'attrice. Comunque, alla fine, solo una lettura tirata un po' troppo per le lunghe, con poca interpretazione vocale e una misurata gestualità (del resto non c'è il nome di un regista) con il pubblico che alla fine applaude più il personaggio che lo spettacolo.

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