Nella notte quieta delle colline delle Langhe piemontesi, riconosciute da poco patrimonio mondiale Unesco, l'urlo elettronico dei Deep Purple, per un contrasto fortissimo in una notte di mezza estate. Smoke on the Water e barolo, eccellenze diverse ma, ciascuna a suo modo, allo stato puro. La band inglese ha lasciato questa 'firma' questa sera al festival Collisioni, nella sua unica tappa italiana di quest'anno.
L'hard rock dei Deep Purple, considerati con i Black Sabbath e i Led Zeppelin i pionieri dell'heavy metal, ha aperto nella piazza di Barolo il festival "Collisioni", una quattro giorni di concerti, musica e parole che sarà chiusa il 21 luglio da un concerto altrettanto atteso, quello di Neil Young. Ian Gillan (voce), Steve Morse (chitarra), Roger Glover (basso), Don Airey (tastiere) e la storica batteria di Ian Paice, il fondatore del gruppo, hanno richiamato a Barolo almeno diecimila persone, per un concerto estivo nel segno del rock più duro e nello stesso tempo più nostalgico che ci sia.
Come i Rolling Stones a Roma, così i Deep Purple a Barolo hanno fatto risuonare nella notte italiana canzoni che un tempo "rompevano" gli schemi e arrivavano a inventare un nuovo genere. Oggi brani come Smoke on the Water vengono accolti quasi come classici e sono capaci di suscitare ricordi e nostalgie quarantennali. Smoke on the Water, tra i brani più conosciuti non solo del gruppo ma dell'intera storia del rock, è del 1972, così come l'album che lo consacrò, Made in Japan, tra i più venduti di sempre. A 40 anni di distanza da quel tour in Giappone, quella musica a suo tempo fu così di rottura è ancora in grado di entusiasmare. O almeno ha entusiasmato i diecimila fan radunatisi a Barolo. Nessun paradosso per loro sentire scivolar tra i vigneti gli accordi dell'organo Hammond di Lazy "sparati" a mille decibel dentro la quiete delle colline. Ma capaci di proporre anche, in chiave rock, "scampoli" di Mozart o di Beethoven.
"I Deep Purple questo sono, e guai se dovessero cambiare" spiegava un fan quasi sessantenne, accompagnato dal figlio di 17 anni, a sua volta appassionato di quel rock che piace tanto a suo padre. "Sono duri ma non arrivano all'heavy metal, tipo ACDC, per intenderci. Quello è troppo. Questo invece, quello dei Deep Purple, è un rock di energia pura. E se si ascolta bene c'è un sacco di melodia dentro". Ad ascoltare, tra le strade di Barolo, anche tante persone impegnate ogni giorno a "fare" il vino. Ascoltavano tra scetticismo e curiosità. Ma si vedeva che, qua e là, in fondo in fondo quella musica gli piaceva.