Non poteva esserci presentazione migliore di quella di Martin Scorsese, anche se in un videomessaggio, per introdurre oggi in sala Grande il Leone d'oro alla carriera per la montatrice Thelma Schoonmaker, tre volte premio Oscar (per Toro Scatenato, The aviator e The departed), storica collaboratrice del regista, del quale ha montato l'opera prima 'Chi sta bussando alla mia porta?' e tutti i film da Toro Scatenato (1980) in poi. Rammaricandosi per non poter essere al Lido di persona, Scorsese ha ricordato il loro primo incontro nel 1963, a un workshop di cinema alla New York University: "Mi chiedono spesso della maniera in cui collaboriamo - ha aggiunto emozionato -. Per me il momento del montaggio è il più prezioso del fare film. Il modo in cui lavoriamo insieme non è affare di nessuno. E' fatto delle nostre conversazioni, dalle nostre passioni. E' una delle cose migliori della mia vita". Thelma Schoonmaker, arrivata sul palco in blusa e pantaloni neri, ha ricambiato con uguale affetto: "Ho avuto la fortuna di conoscere Martin 50 anni fa, quando lui di anni ne aveva 21 e il suo straordinario talento stava per rivelarsi. Mi ha insegnato tutto, è il mio mentore e la mia ispirazione. Lavorare con lui vuol dire affrontare insieme ogni volta una nuova sfida, lui si reinventa continuamente". La montatrice ha ringraziato Scorsese anche per averle presentato "l'uomo che è diventato mio marito, il grande regista britannico Michael Powell (scomparso nel 1990), con cui ho diviso splendidi 10 anni della mia vita e di cui ora preservo la memoria. Condividere con Martin anche il restauro dei suoi film è stata una grande emozione". La tre volte premio Oscar ha detto di accettare il Leone "per conto di tutti i collaboratori artistici nel cinema" e ha ricordato quelli di Scorsese, da Dante Ferretti a Sandy Powell. Il montaggio "è un'arte spesso considerata invisibile, ma non è così per Martin e me, noi vogliamo dare uno schiaffo in faccia agli spettatori". Si riceve "una massa di materiale, che è come argilla, la plasmi, dai ritmo, metti in luce l'interpretazione degli attori. E' difficile e misterioso come mestiere, ma il migliore e il più entusiasmante al mondo. Il Leone d'oro è la ciliegina sulla torta". Nata nel 1940 ad Algeri da genitori americani, Schoonmaker ottiene la prima nomination all'Oscar nel 1971 per 'Woodstock' di Michael Wadleigh. Dopo alcuni anni di documentari, consolida il sodalizio con Scorsese. Il loro legame, praticamente esclusivo, "è venuto naturalmente. Quando Martin non fa film, realizza documentari o anche progetti di altri come produttore esecutivo, quindi l'impegno con lui è stato continuo. Molti registi mi hanno proposto di collaborare, ma ormai sanno che non lavoro per altri. Quest'anno però, mentre lui cercava le risorse per il suo nuovo film, ho montato un progetto indipendente, Learning to drive (di Isabel Coixet, ndr) che verrà presentato al Toronto Film Festival. Martin non mi fermerebbe mai dal collaborare con altri, ma io voglio lavorare con il migliore, e lui lo è". In sala di montaggio "siamo quasi un'unica mente - spiega -. Quando le cose non vanno come pensa, è pronto a considerare alternative. La chiave è aspettare. Gli mostro prima il film come lui voleva, e poi cominciamo a rielaborarlo. Grazie al digitale posso mostrargli tre o quattro versioni. Tra noi c'è un dialogo continuo, ha una mente brillante. Inoltre da una parte lasciamo sempre acceso, senza audio, il canale Turner dei film classici. Con lui faccio il corso di cinema migliore del mondo".
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