Un principe imprigionato nel corpo di una tigre, l' eroina circense dai poteri magici, l'India della giungla e dei templi sacri: sarà Tiger's Curse il nuovo Twilight destinato a conquistare gli adolescenti di tutto il mondo, la saga fantasy che Hollywood ha affidato al regista indiano Shekhar Kapur, basata sui romanzi di Colleen Houck, ancora inediti in Italia ma negli Usa best sellers del calibro di quelli di Stephenie Meyer. Kapur, chairman della 19esima edizione di Capri,Hollywood, ha parlato per la prima volta con l'ANSA del franchise milionario che appena annunciato il mese scorso ''ha mandato in tilt il mio account twitter, i social sono praticamente esplosi perchè in tutto il mondo questa storia è popolarissima, tante mamme mi hanno scritto raccomandandomi di fare resto il film perchè le figlie non vedono l'ora . La cosa straordinaria è che l'autrice di questi romanzo è una ragazza giovanissima, mormone, che non è mai stata in India e che ne ha raccontata benissimo le atmosfere in un fantasy che parla di reincarnazione. Ed era talmente convinta i questa storia che la pubblicò per la prima volta a sue spese!''. Protagonista una donna che lavora in un circo dell'Oregon e scopre di avere una speciale feeling con una tigre bianca. Quando uno straniero arriverà a reclamare la tigre per portarla nella nativa India, la donna scoprirà che l'animale è in realtà un principe vittima da 300 anni di una maledizione. E un viaggio incantato li porterà fino alla città delle scimmie. ''Si tratta comunque di una storia di formazione e la lotta con le forze del male ci ricorda quella che dobbiamo compiere tutti per formare la nostra personalità e maturare. Stiamo lavorando al casting, il film sarà pronto solo nel 2016, ma probabilmente non sceglierò divi anche perchè ho bisogno di attori che abbiano molta pazienza, il lavoro sarà lungo e gli effetti speciali complessi poichè le tigri, diversamente da quella di Vita di P. interagiranno molto di più con i personaggi''. Contemporaneamente Kapur sta lavorando lavora alla post produzione del suo film 'Paani', indiano e indipendente, sull'acqua ''tema universale, parlo di una terra che nel futuro sarà assetata. la domanda che mi faccio è appunto: ma a chi appartiene l'acqua?''. Cresciuto'' nell'ammirazione dei maestri italiani da de Sica a Fellini a Pasolini, Kapur si dice contento del successo internazionale di autori italiani come Sorrentino e Garrone di cui ha apprezzato Gomorra, 'Mi chiedevo perchè il cinema italiano si fosse eclissato dopo quei grandi, forse è stata la supremazia Hollywood che per tanti anni nel mondo ha penalizzato il prodotto europeo''. Tecnologico come la sua India, Kapur ha una società che si dedica esclusivamente all'audiovisivo per le varie piattaforme ''Da noi i film duravano 4 ore sembrava impossibile farli più corti, cosi' come appariva impensabile che la tv fosse sinonimo di qualità e invece oggi il meglio è proprio nelle serie. Il cinema oggi è più su youtube che nelle sale, ma al centro di tutto c'è sempre una storia da narrare: se è bella affascina, anche solo narrata da una voce.