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Ebook, la Corte Ue
boccia l'Iva ridotta

La Corte di giustizia europea dà ragione alla Commissione Ue e dice no all'Iva ridotta a 5,5% e 3% per gli ebook in Francia e Lussemburgo. Ma l'Italia che ha seguito i due Paesi sulla strada della 'ribellione' e dal primo gennaio ha portato l'aliquota per i libri digitali dal 22% al 4% non si scoraggia. Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi su Twitter commenta: "lavoriamo per cambiare le norme Ue e per l'Iva al 4%".

 Anche il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz affida ai social media il suo messaggio. Esprime "sostegno alle industrie culturali e creative" e sollecita la Commissione Ue a mettere mano alla direttiva sull'Iva. Dal canto suo l'esecutivo comunitario fa sapere che "intende affrontare la questione con un'ampia revisione del sistema, attualmente in preparazione". Un lavoro che dovrebbe essere presentato il prossimo anno, spiega la portavoce Vanessa Mock. Ma si evidenzia, come da qui ad allora, le decisioni degli Stati membri debbano essere prese "nell'ambito del quadro normativo comunitario". D'altra parte, quando il governo Renzi ha deciso di inserire il provvedimento nella legge di stabilità, sapeva del rischio di incorrere in una procedura di infrazione, ma il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, ne ha fatto una "battaglia di civiltà e di buon senso". 

Ha lottato anche a Bruxelles, nel semestre di presidenza del Consiglio Ue, nonostante le resistenze di Paesi come Gran Bretagna e Polonia, col sostegno di Spagna, Romania, Olanda, Finlandia e Ungheria, oltre a Francia e Lussemburgo, per muovere nuovi passi. A fare pressing per l'Iva ridotta sugli e-book è anche la presidente della commissione Cultura del Parlamento europeo Silvia Costa, che si è fatta promotrice della questione col commissario Ue alla Cultura Tibor Navracsics e la presidenza di turno lettone. E non si è fatta attendere la risposta degli editori italiani e delle altre associazioni europee e internazionali, che hanno scritto una lettera aperta ai presidenti della Commissione Jean Claude Juncker, del Parlamento europeo Schulz, e del Consiglio europeo Donald Tusk affinché "si intervenga sulla direttiva comunitaria per eliminare la stortura che penalizza lo sviluppo del libro e della lettura nell'intero continente". Comunque l'Italia ha ancora un buon margine di tempo per muoversi di fronte al rischio di una procedura di infrazione. La vicenda di Francia e Lussemburgo era iniziata invece almeno un paio di anni fa, quando la Commissione le aveva colpite per la loro decisione del primo gennaio 2012 di ridurre le tasse sugli ebook. L'iter è andato avanti fino a quando Bruxelles ha deferito i due Paesi alla Corte Ue perchè inadempienti rispetto alla direttiva sull'Iva. La normativa, che prevede riduzioni per i libri stampati, esclude infatti ogni possibilità di applicazione ai servizi forniti per via elettronica.

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