Dipinti e disegni raffigurano, nelle forme grasse e ironiche di un registro artistico inimitabile, la passione di Cristo. Ma Fernando Botero non racconta solo il tema più simbolico e più rappresentato del cristianesimo. Nella mostra, unica tappa italiana, inaugurata ieri a Palermo nella sala duca di Montalto a palazzo dei Normanni (resterà aperta fino al 21 giugno) l'artista colombiano propone una metafora attuale: l'umanizzazione del divino e la prevaricazione del potere.
Altro elemento simbolico è il luogo che ospita la mostra "Via Crucis, la pasión de Cristo". Palazzo Reale con la sua cappella palatina, ha ricordato Francesco Forgione presidente della Fondazione Federico II che ha organizzato l'evento, "è un luogo di incontro tra le religioni monoteiste". Proprio qui è stata praticata l'idea che "in nome di nessun Dio si può accettare la distruzione della cultura e della memoria". Il messaggio è rivolto, lungo il percorso artistico di Botero, ai movimenti fanatici e radicali che diffondono morte e terrore. I 27 dipinti e i 17 disegni a tecnica mista esposti a Palermo trasmettono una lettura attuale della passione di Cristo come sintesi di tanti drammi umani che Botero descrive attraverso le figure grasse rappresentate "come se l'artista prendesse una lente di ingrandimento", ha sottolineato Ana Piedad Jaramillo Restrepo, direttrice del museo di Antioquia proprietario delle opere esposte a Palermo. Anche l'ambasciatore colombiano in Italia, Juan Sebastián Betancur, trova nelle opere di Botero e nella scelta del tema una relazione tra la "sofferenza del cristianesimo" e l'attualità: una interpretazione che trova d'accordo anche il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone per il quale le opere di Botero testimoniano una continua riflessione sul mondo, dove gli eventi hanno come fulcro narrativo l'uomo con le sue azioni e il ruolo del potere viene rappresentato come esempio di goffa quanto futile manifestazione dell'egoismo umano". Non a caso i personaggi raffigurati assumono i tratti di figure del nostro tempo come il Cristo monumentale della "Crocifissione" inchiodato a una croce in pieno Central Park a New York. Un'altra distorsione spazio-temporale si ritrova nella "Via Crucis" in cui la lapidazione di Cristo viene rappresentata in un luogo che ricorda l'interno di una casa latino-americana e alla presenza di un militare in grigioverde invece di un soldato romano. La scelta di Botero è quella di mostrare un Cristo molto umano, un uomo del tempo attuale, votato alla sconfitta e non al trionfo. Si tratta di una interpretazione di quel dramma così lontano e così vicino che riesce a mettere d'accordo sia i credenti sia i non credenti. L'intensità del messaggio è già un evento. Per questo, ha detto Forgione, la mostra resterà aperta anche a Pasqua, il primo maggio e nel giorno della festa della Repubblica.