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“Amleto” di Bruschetta
entusiasma e commuove

di Francesca Romeo

Barcellona

Un “Amleto” ad alto gradimento per una regia, di Ninni Bruschetta, che ha riscosso straordinario successo. Sorprendente la prima scena: si è aperta nel più totale silenzio, con i riflettori puntati su Riccardo Morganti, attore sordo, che ha magistralmente interpretato il più celebre monologo nella lingua dei segni. Man mano che la tragedia andava avanti l’intero Mandanici è stato trasformato in un immenso palco calcato in varie riprese dagli attori. Si è così creata una complicità emotiva dal forte impatto, scandita dall’incalzare delle suggestioni sensoriali nell’unicum tra pensiero, azione e contemplazione. Una fusione che ha raggiunto l’apice nel dramma di Ofelia, interpretata da Celeste Gugliandolo e nei superbi monologhi di Amleto, cui ha dato il proprio volto Angelo Campolo. L’attore messinese ha entusiasmato, commosso e fatto ridere il pubblico miscelando sapientemente follia, ilarità, tragedia, non senso.

La semplicità della scenografia, rimasta invariata per tutto il tempo, è stata impreziosita dalla multidimensionalità recitativa degli attori che hanno moltiplicato il piano scenico in più livelli sincronici. Bruschetta ha presentato una versione dell’Amleto moderna, mantenendo i sapori e le prospettive shakespeariane. Nel brillante cast figura il bravissimo attore barcellonese Ivan Bertolami nei panni di Laerte.

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