Un affresco sulla vecchiaia, sul tempo, sui ricordi, sull'amore, raccontati da chi, come capita agli artisti, non invecchia davvero mai, tranne che nel corpo. Un campionario di teatrini felliniani, ma con impegnativi dialoghi, in un albergo di montagna fuori dal mondo da parte di due anziani che hanno una prospettiva breve. Questo l'atteso 'Youth-La giovinezza' di Paolo Sorrentino, ultimo film italiano in corsa in questa 68/ma edizione del Festival di Cannes. Protagonisti su tutti, Fred Ballinger (Michael Caine) nel ruolo di un ottantenne direttore d'orchestra e Mick Boyle (Harvey Keitel) in quello di un regista, suo coetaneo e consuocero. Insieme a loro la figlia di Fred, Lena (Rachel Weisz) appena lasciata dal marito, e un attore Jimmy Tree (Paul Dano), coetaneo in cinismo e intelligenza di Fred e Mick e segnato dal popolare personaggio di un robot da lui interpretato.
E ancora un cameo di Jane Fonda, nei panni di Brenda Morel, star che ora preferisce i soldi della tv a quelli del cinema. Sullo sfondo di questo film anche un simil-Maradona super imbolsito, una Miss Universo (Madalina Ghenea) bella e non stupida; un monaco tibetano con voglia di levitazione; un Hitler impegnato da una colazione e poi la grande assente del film: l'amata moglie di Fred, Melania (Sonia Gessner).
Tante suggestive immagini e musiche (David Lang) per raccontare il tempo che passa. Tra i teatrini del film, le lunghe conversazioni tra Fred e Mick sulla salute delle loro prostate (''ho fatto solo poche gocce'' dice uno, "io anche meno" replica l'altro) e sulla vita passata e da vivere; lo sfogo di Lena per le assenze del padre e per il fatto di aver massacrato la madre e, infine, ancora il sosia di Maradona melanconico che, dietro la sua enorme pancia, dice un inaspettato : "Penso al futuro". In questo hotel, lo stesso dove Thomas Mann ha scritto La Montagna incantata, sono insomma tutti davanti al mistero della vita e di questo parlano e discutono come in dei flash. Tra le immagini più belle, quella di Caine che di fronte al ricordo della moglie dice a se stesso: "grazie a te ho guadagnato tanti anni nella vita". Per questo film bello, che pecca forse troppo della sua stessa bellezza, della sua perfezione estetica, della sua dialettica assertiva, cosa che rende spesso Sorrentino un Fellini senza troppa leggerezza, sono arrivati a fine proiezione stampa applausi, qualche 'bravo" e dissensi. Questi ultimi, forse, dovuti a un doppio finale a tappe, che ha deluso qualcuno.