"CONCHITA WURST, IO CONCHITA - LA MIA STORIA"
(MONDADORI, 202 PP, 16,90 euro).
"Il fatto che si debba fare 'outing', questa strana parola che significa solo che alcune persone devono spiegare ad altre le loro inclinazioni, dimostra quanto siamo lontani da una società tollerante. E la missione che Conchita Wurst si è imposta di portare a termine durerà ancora a lungo". Conchita, all'anagrafe Tom Neuwirth, è la cantante barbuta che l'anno scorso catalizzò l'attenzione e l'ammirazione di milioni di telespettatori all'Eurovision Song Contest, il festival europeo che vinse e che quest'anno ha avuto l'onere e l'onore di presentare nella sua Vienna. Un anno vissuto con il piede spinto sul pedale dell'acceleratore e che ora l'artista - che ha pubblicato il suo primo album proprio in questi giorni - ripercorre in un libro-biografia, corredato di una ricca sezione fotografica, che ruota intorno alla vittoria che ha cambiato la sua vita professionale, ma che è anche occasione per parlare della sua infanzia, della sua adolescenza e dei mille ostacoli che il giovane Tom ha dovuto affrontare e superare prima di dare spazio alla star "Conchita" e tradurre i suoi sogni in realtà. Dietro alle ciglia lunghe, al trucco curatissimo, ai capelli lucenti - anche se, ammette, si tratta solo di una scomoda parrucca -, ai bustini che le strizzano il vitino da vespa fino a volte a farle venire qualche piaga, ai lustrini e agli strascichi lunghi tre metri che adora, c'è infatti dell'altro: le piccole e grandi cattiverie dei compagni di scuola, le discriminazioni per essere considerato "diverso", l'emarginazione e il dolore di sentirsi incompreso in un piccolo paese della provincia austriaca. Quando dalla Stiria si trasferisce a 14 anni a Graz per seguire una scuola di moda, le cose non cambiano molto. Una diffidenza che ancora oggi, che è acclamata in tutta Europa, è costretta a combattere: dopo la sua vittoria al Song Contest, in molti hanno levato gli scudi e anche la sua partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo è stata accolta con qualche mugugno (Carlo Conti fu criticato per averla chiamata Tom sul palco, non riconoscendo così la sua identità). Ai suoi interventi al Parlamento Europeo, per ribadire l'importanza dei diritti civili, sono seguite minacce di morte. "Il mio obiettivo - dice Conchita nel suo libro - è sostenere e promuovere il cambiamento verso una società più tollerante e, siccome la strada è ancora lunga, non smetterò di impegnarmi". Perché Conchita attraverso la musica vuol far sentire la sua voce. E con il suo talento e il suo coraggio si è conquistata l'ammirazione di star della musica e della moda come Elton John, Cher, Karl Lagerfeld e Jean Paul Gaultier, che ha voluto aprire il volume con un suo scritto e una sua dedica: "Conchita, tu sei una vera fonte d'ispirazione e sono fiero di conoscerti ed esserti amico". Adesso, per la prima volta, Conchita parla della sua infanzia, dell'accettazione del suo sé interiore, dei traguardi raggiunti. E' la storia di un ragazzo di provincia che ha sempre creduto nel sogno di diventare un giorno una grande star, un inno all'amore e alla tolleranza contro ogni forma di discriminazione e violenza.