Il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, prima di tagliare il nastro, ha detto che "oggi è stato fatto un altro passo per la rinascita di Pompei". Due le aree espositive: una al museo archeologico di Napoli con 200 opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri, e l'altra nell'anfiteatro di Pompei, con venti calchi e foto inedite. Tutto questo è la mostra 'Pompei e l'Europa 1748-1943', inaugurata proprio oggi nella cittadina degli scavi e che sarà visitabile da mercoledì prossimo fino al 2 novembre. Per gli organizzatori si tratta di ''un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l'antico dialoga con il moderno, la natura, l'archeologia'' con l'obiettivo di testimoniare come ''Pompei con le rovine sepolte e la sua classicità abbia affascinato per duecento anni gli artisti di tutta Europa''. Ma c'e' di più: i venti calchi esposti all'anfiteatro degli scavi, sotto un'installazione a forma di piramide, sono la testimonianza degli ultimi momenti di vita di quel giorno del 79 d.C. quando la cittadina fu devastata dagli effetti dell'eruzione del Vesuvio. La rassegna è stata promossa dalla Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla direzione generale del Grande Progetto Pompei, con il museo archeologico di Napoli ed e' stata organizzata da Electa, con il patrocinio di Expo Milano 2015. L'allestimento è stato affidato all'architetto Francesco Venezia. "E' stato fatto un altro passo per la rinascita di Pompei", ha detto nel corso della cerimonia inaugurale il ministro Franceschini, che ha evidenziato il lavoro svolto dalla soprintendenza guidata da Massimo Osanna e dal direttore generale del Grande Progetto Pompei, il generale Giovanni Nistri. "In mezzo a tanto scetticismo, diffidenza e direi ostilità - ha aggiunto Franceschini - è stato fatto un lavoro operoso, con spirito di squadra e collaborazione" A Napoli le 200 opere d'arte - si tratta di reperti antichi e di capolavori moderni - sono esposte nella sala della Meridiana a cura di Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo. I calchi, a partire da quelli realizzati da Giuseppe Fiorelli - che si trovano nel sito degli scavi - sono stati sottoposti a restauro e danno vita alla sezione ''Rapiti dalla morte'', a cura di Massimo Osanna ed Adele Lagi. E poi la mostra ''La fotografia'' curata da Massimo Osanna, Ernesto de Carolis e Grete Stefani: si tratta di una serie di scatti, molti inediti, che testimoniano il progresso degli scavi tra l'Ottocento ed il Novecento. La realizzazione della piramide nell'anfiteatro però non ha convinto proprio tutti. ''La grande 'Piramide' nell'arena dell'Anfiteatro di Pompei è un improvvido uso di un'area con una propria identità storica conosciuta in tutto il mondo", dice il presidente dell'Osservatorio patrimonio culturale, Antonio Irlando. A corredo della rassegna un catalogo in tre edizioni - italiano, inglese e francese - pubblicato da Electa, con il contributi di critici e studiosi sia italiani che stranieri.