Domenica 28 Aprile 2024

Vassalli: "La Chimera"
il romanzo del successo

Nel 1989, scriveva Sebastiano Vassalli guardando la pianura dalla sua casa di Biandrate immersa nella pianura delle risaie novaresi: "Dalle finestre di questa casa si vede il nulla. Soprattutto d'inverno: le montagne scompaiono, il cielo e la pianura diventano un tutto indistinto, l'autostrada non c'è più, non c'è più niente". E' l'incipit de La Chimera, il suo capolavoro. La "Chimera" è il Monte Rosa, quella "illusione" che agli occhi di chi vive in mezzo alle risaie affiora dall'afa estiva o dalle nebbie invernali. D'estate è un miraggio lontano di neve e freschezza mentre per le genti delle risaie il mondo nel 1600 non è altro che caldo e zanzare e fatica contadina. "Nelle mattine d'estate, e nelle sere d'autunno - continua Vassalli nel suo incipit - il nulla invece è una pianura vaporante, con qualche albero qua e là e un'autostrada che affiora dalla nebbia... Capita anche di tanto in tanto - diciamo venti, trenta volte in un anno - che il nulla si trasformi in un paesaggio nitidissimo, in una cartolina dai colori scintillanti; ciò si verifica soprattutto in primavera, quando il cielo è blu come l'acqua delle risaie in cui si rispecchia...un palcoscenico grande come un'intera regione, sopra cui si rappresentano, da sempre, le vicende e le gesta dei viventi in questa parte di mondo. Un'illusione... ". "La Chimera", pubblicato nel 1990, ha vinto lo stesso anno il Premio Strega ed è stato finalista al Premio Campiello. E' un romanzo storico fondato sugli atti di un processo avvenuto davvero, nel 1600, a Novara. Il processo a una strega, negli anni della Controriforma. Antonia, condannata "per avere rapporti col diavolo", fu bruciata sul rogo l'11 settembre del 1610 per volontà dell'allora vescovo Bascapè. Aveva 20 anni, era nata orfana ed era stata allevata come "esposta" (neonata abbandonata) dalle suore del convento di San Michele a Novara.

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