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Susan Sarandon:
amo Papa Francesco
Lui è davvero
con gli umili e ultimi

20/06/2015

di Franco Cicero 

TAORMINA 

«Ebbene sì, ho detto che il precedente Papa è un nazista. L’ho dichiarato a suo tempo e lo confermo. Invece amo Papa Francesco, lo sento davvero dalla parte degli umili, degli ultimi, difende l'ambiente e mi sembra che stia combattendo bene contro la corruzione in Vaticano». A parlare è Susan Sarandon, ospite d’onore della penultima giornata del 61. Taormina FilmFest. L’attrice, che porta magnificamente i suoi anni (ne compirà 69 a ottobre), è un fiume in piena quando si parla di diritti civili e di temi di attualità. Lo spunto per rievocare il suo tagliente giudizio su Benedetto XVI che fece clamore 4 anni fa, è dato dalla rievocazione di “Dead man walking”, il film che le fece conquistare l’Oscar nel 1996, una vibrante denuncia contro la pena di morte, in cui la Sarandon interpreta il ruolo di una suora. «Io sono un tipo spirituale – dice – , sono stata cresciuta con un’educazione cattolica, che ho impartito anche ai miei figli, rispetto le persone religiose, ma sinceramente non mi sono mai trovata in sintonia con quel Papa che si è improvvisamente dimesso. So bene che era stato nazista da ragazzo e non è giusto segnare le persone per tutta la vita. Ma anche da Papa non mi sembra che abbia fatto granché per riscattare il suo passato. Francesco invece è una figura di Pontefice che non si vedeva da molto tempo. Mi dispiace soltanto che ripeta spesso che non sarà Papa ancora a lungo». Da sempre attivista di ogni battaglia progressista, dall’ecologia ai diritti degli omosessuali, Susan Sarandon è altrettanto copiosa quando parla della recente, terribile, strage di Charleston: «Ci sono due tremendi problemi irrisolti negli Stati Uniti. La facillità di usare le armi e il razzismo. È vero che la costituzione americana sancisce il diritto di difendersi con le armi, ma faceva riferimento ad armi non così potenti e distruttive come quelle moderne. È anche vero che sono sempre più diffusi i movimenti contro le discriminazioni razziali, ma dobbiamo purtroppo riconoscere che ci sono ancora gruppi intolleranti che diventano sempre più violenti e intransigenti». Inevitabile parlare anche delle future elezioni presidenziali negli Usa per sapere se la Sarandon ritiene che ormai siano maturi i tempi per una donna presidente. «A me interessa – risponde l’attrice – che si tratti di una persona, uomo o donna che sia, che non sia legato ad interessi delle potenze finanziare, che sia dalla parte della classe media e dei più sfortunati. Questo chiedo a un presidente. E non penso che a chi vincerà le elezioni farebbe piacere dire: ho vinto soltanto perché sono donna, oppure perché sono uomo». E non è difficile percepire un atteggiamento piuttosto tiepido in un eventuale sostegno alla candidatura di Hillary Clinton. Totalmente entusiasta, invece, è Susan Sarandon quando parla dei suoi rapporti con l'Italia. «La famiglia di mia madre – spiega – è per metà originaria di Ragusa e per metà dei dintorni di Firenze. Ho mantenuto dei legami con i parenti ragusani e mi dispiace stavolta di non poterli andare a trovare. Professionalmente il mio primo contatto col cinema italiano fu sul set della “Mortadella” di Monicelli con la Loren nel 1971. Le riprese erano a New York, ma tutta la troupe parlava italiano e io mi sentivo sperduta. Poi invece, in Italia, ho girato per la tv “Io e il duce” di Negrin, nell’estate di 30 anni fa. Era un momento particolare per me, sia sul piano professionale, sia personalmente. Ma l’estate italiana è veramente magica. Fatto sta che mi ritrovai incinta. E – ironizza – consiglio a tutte le donne che vogliono rimanere incinte di trascorrere un’estate in Italia». La Sarandon allude alla breve relazione col regista Franco Amurri: «Così è nata mia figlia Eva Maria Olivia Amurri, che ha il doppio passaporto e ha sposato un italoamericano. E quindi nella mia famiglia diventano ancora più stretti gli intrecci tra Usa e Italia». E la Sarandoon si dice particolamente orgogliosa anche di aver avuto l’occasione di una lunga chiacchierata via Skype con Samantha Cristoforetti nello spazio. Ma naturalmente c'è molto spazio anche da dedicare al cinema, alle sue indimenticabili interpretazioni, che ad esempio nel caso di “Thelma e Louise” l'hanno trasformata in un simbolo non solo cinematografico. «In realtà – svela l'attrice – io non ho seguito alcun corso di recitazione. Man mano che interpretavo i diversi ruoli mi sono resa conto che ci sono caratteristiche reali comuni a tutti. È solo questo il segreto di un buon attore». Ma il film in cui si è più divertita è il meno famoso “Bull Durham - Un gioco a tre mani”, con Kevin Costner, che guarda caso fu presentato in anteprima a Taormina nel 1988, in cui l’attrice è nel ruolo di una fanatica del baseball che segue una squadra di giocatori. «Interpreto una donna che si diverte e che alla fine del film non viene “punita” dal destino e non muore – scherza – : bello no?». Susan Sarandon si congeda ripensando alla risposta sul Papa: «Sto proprio andando a Roma a girare un film con Ben Stiller. Non è che quella frase che ho confermato mi farà avere dei guai?». E saluta con uno dei suoi ineffabili sorrisi ironici.

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