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Pamuk: il dovere
di dire l’indicibile

di Patrizia Danzè

TAORMINA

«Speranza, dolore, nostalgia, amore si mescolano in un destino condiviso da tutta l’umanità». Così ha esordito, pensando ai migranti e ai muri che l’Europa democratica ha eretto, la cantante israeliana Noa in apertura della serata inaugurale della quinta edizione del Taobuk Festival, al Teatro Antico di Taormina, intonando con la sua voce purissima un canto yemenita e quindi “Santa Lucia Luntana”, l’inno degli emigranti napoletani.

Noa, premiata con il Taobuk Award per la pace, per il suo contributo alla risoluzione della questione mediorientale, dall’assessore della Regione Sicilia al Turismo, Sport e Spettacolo Cleo Li Calzi, ha detto di sentirsi come un cucchiaio d’acqua, e l’immagine suggestiva già presente in un apologo del suo amico Amos Oz allude al fatto che per spegnere un falò basta un cucchiaio d’acqua purché gettato su quel fuoco da tanti, da tutti.

«Viviamo in un mondo – ha detto Antonella Ferrara ideatrice e presidente di Taobuk – che solo a parole accetta il diverso, mentre quotidianamente lo rifiuta». E Franco Di Mare, direttoer artistico e conduttore, assieme alla Ferrara, dell’evento, ha aggiunto: «Mai avremmo pensato, lo scorso anno, che l’argomento dei “muri” diventasse di così angosciante attualità e che il Mediterraneo stesso fosse un muro e ci fossero altri muri in Europa. Gli ungheresi – ha ricordato ancora Di Mare – hanno dimenticato quando durante la rivoluzione del 1956 lasciarono in 250.000 il loro paese. E noi italiani abbiamo dimenticato che nel 1912, in una relazione dell’ispettorato americano, venivamo descritti quasi come delle bestie, “piccoli, neri, con molti figli, da rimandare senz’altro indietro”... Una volta i siriani del mondo eravamo noi, ma lo abbiamo dimenticato».

La rete della memoria con il suo carico di ricordi, di tristezza e anche di illusioni è quella con la quale intreccia i suoi libri Orhan Pamuk, lo scrittore turco Nobel per la letteratura 2006 che – alla sua prima volta in Sicilia, per la quale ha avuto parole bellissime («sarei dovuto venire in questa splendida isola 50 anni fa... devo recuperare. Sono stato “stregato” dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa») – premiato dal sindaco di Taormina Eligio Giardina con il Taobuk Award for Literary Excellence. La sua stessa Istanbul dove vive da 63 anni e cui è fedele come un destino si fa memoria raggrumata, con le sue voci, il suo chiaroscuro, il segno del tempo che l’ha cambiata ma le ha donato una veste di metropoli fantasmagorica e polimorfa.

La città e il corpo

La storia d’amore con Istanbul ha influenzato tutta la sua narrativa: «La mia città – ha detto Pamuk – me la sento addosso come il mio stesso corpo. È come la mia famiglia». E alla domanda se l’intellettuale debba avere un ruolo di responsabilità, Pamuk ha risposto che lo scrittore ha innanzi tutto una responsabilità: «Quella di scrivere un libro meraviglioso. La scrittura stessa è il giocattolo preferito della sua anima bambina. Ma quando si vive in un paese come il mio, senza per questo uccidere il bambino dentro di sé, l’intellettuale ha un dovere. Il dovere di dire l’indicibile. Noi scrittori siamo chiamati a questo dovere».

Materia viva ed evocatrice del mondo narrativo di Pamuk è anche la pletora di oggetti amorevolmente raccolti nel Museo dell’Innocenza a Istanbul, quegli oggetti che hanno ispirato l’omonimo romanzo e anche “Innocence of memories”, il film di Grant Gee presentato pochi giorni fa a Venezia. «Gli oggetti sono importanti – ha detto Pamuk – perché sono il grilletto che fa scattare la memoria. Siamo attaccati agli oggetti, come anche ai palazzi, alle architetture e quando vengono distrutti ci disperiamo perché essi, gli oggetti, ci servono per ricordare il nostro cuore e il nostro spirito più profondi».

Ma qual è il libro che ha nel cuore e ancora non ha scritto? Alla domanda di Franco Di Mare Pamuk ha risposto: «Quando ero giovane e viaggiavo fuori dalla Turchia, ero influenzato da quei libri che vedevo nelle librerie e non avevo ancora letto. Avevo tantissimi progetti e nello stesso tempo pensavo che tanti scrittori avevano già scritto quel che avrei voluto scrivere io, ma poi ho capito che la bellezza della vita è quella di pensare ad un progetto».

E il pubblico ha potuto ancora incontrare Pamuk domenica, quando, intervistato dalla giornalista Roberta Scorranese, ha parlato anche del fenomeno migrazioni, oggi di scottante attualità per l’Europa: «La mia Turchia è da sempre punto di incontro di numerosi movimenti demografici – ha tenuto a sottolineare – non solo dall’Asia verso l’Europa ma anche dalla Russia verso il sud e dai Balcani verso l’Europa. Abbiamo avuto due milioni di migranti in Turchia, mentre l’Europa ne voleva accogliere duemila. il vecchio continente deve fare la sua parte, tenere fede ai suoi valori di democrazia e rispetto dei diritti umani, esaltando i propri ideali fondanti : libertà, uguaglianza e soprattutto fraternità ».

Il muro, quello di gomma

La necessità di infrangere i muri è – anche – la lotta all’illegalità, alla mafia, alla camorra e alla corruzione, che Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, premiato dal sindaco Giardina con il Taobuk Award per l’impegno civile, chiama “Il male italiano” nel suo libro scritto per Rizzoli con Gianluca Di Feo (sottotitolo “Liberarsi dalla corruzione per cambiare il Paese”). Ma anche la sottovalutazione del tema corruzione e una certa imperante tolleranza è uno dei problemi del nostro Paese. «Fino a che certi meccanismi non indignano – ha detto Cantone, applauditissimo sul palcoscenico di Taormina – non cambia nulla».

Forse che la fuga dei cervelli dal nostro paese non è una conseguenza dell’alto tasso di corruzione? E quali gli anticorpi? «Necessario il controllo della trasparenza – ha detto Cantone – anche se purtroppo la modifica del Titolo V del codice penale ha finito per favorire il falso in bilancio».

Taobuk Award alla carriera, consegnato dall’assessore alla cultura di Taormina Mario D’Agostino, al maestro Uto Ughi che con Di Mare ha parlato di pubblico, di musica, di autori, ma anche di politiche culturali inadeguate a sostenere e valorizzare il patrimonio artistico-musicale che l’Italia possiede. Un ministero della cultura dovrebbe stare molto attento a chi restaura i teatri, si possono apportare danni all’acustica. Ignoranza? Corruzione? Sicuramente un provincialismo culturale che danneggia peraltro gli artisti italiani e soprattutto i giovani, sempre più “scavalcati” dagli stranieri. Insieme al rimpianto che l’Italia sia diventato un paese così difficile per la musica («una volta erano quattro le orchestre della Rai e formavano un tessuto importante, ora è una sola»), l’auspicio che il ministero faccia qualcosa per aiutare i giovani e tenere aperti i teatri.

Libri e centauresse

Tutti i Taobuk Award raffiguranti un libro aperto sormontato da una centauressa, simbolo della città di Taormina, sono stati realizzati dall’atelier orafo “Le Colonne” di Alvaro e Correnti e dallo scultore Giovanni Pluchino. E insieme alla suggestione del sassofono del siciliano Francesco Cafiso, talento del jazz internazionale intervenuto con il pianista Seby Burgio e premiato con una targa consegnata da Filippo Romano, commissario straordinario della Provincia Regionale di Messina, il fascino fortemente simbolico dell’art fashion di Gabriella Ferrera con cinque look di arte-moda realizzati per il progetto Contaminazioni.

La regia dell’evento è stata curata da Giuseppe Di Pasquale, direttore del Teatro Stabile di Catania. Da segnalare infine il concorso promosso da Taobuk e MSC Crociere, il tweet contest #romanzidamare che chiedeva di riassumere un libro legato al mare nei canonici 140 caratteri. Vincitore Daniele Virgillito, ex allievo della Scuola superiore nell'Università di Catania, con un tweet sull’Odissea («Ehi Musa, dimmi di quel furbastro che si fece tutto il Mediterraneo coi suoi amici»); il premio gli è stato consegnato dalla Ferrara assieme a Giulio Arena, rappresentante di MSC.

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Il programma

Un fitto calendario d’incontri

Il Festival proseguirà fino a venerdì con un fitto calendario di appuntamenti, incontri, laboratori e tavole rotonde. Dopo gli incontri di domenica, tra gli altri, con Marcelo Figueras e l’irresistibile Stefano Benni e di ieri con Marco Malvaldi, David Leavitt e Lirio Abbate, oggi toccherà ad Alessandra Nicita, Cristina Cassar Scalia, il vincitore del Premio Strega Nicola Lagioia (nella foto), don Ciotti. Domani di scena Walter Siti, Antonio Manzini e l’atteso appuntamento con Carlo Cracco e Oscar Farinetti per la nuovissima sezione “Food Factor”. Giovedì incontreranno il pubblico Letizia Muratori, Letizia Battaglia, Luca Sofri e Daria Bignardi.

Gran finale venerdì con Marco Missiroli, Alessandro D’Avenia e Vinicio Capossela.

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