Lunedì 18 Novembre 2024

Sulla città blindata piovono... gattini

Sulla città blindata piovono... gattini

Dovevamo ricordarcelo, che in fondo il Belgio è la patria di Magritte, e la pagina più surreale di questi giorni surreali di guerra-non guerra l’hanno scritta loro, i cittadini di Bruxelles chiusi in casa durante l’autoassedio cittadino della capitale per le operazioni antiterrorismo. I social, e soprattutto Twitter – per la maggiore velocità e coralità che consente rispetto a Facebook –, sono stati protagonisti, in questi giorni concitati: punto d’incontro tra chi le cose le viveva e chi le raccontava, entrambi in diretta, con un’immediatezza ormai istantanea. Talmente tanto che è stato necessario, nel corso della gigantesca caccia all’uomo che si svolgeva per le strade deserte della capitale belga, silenziare persino quegli strumenti, per evitare che i ricercati – questa strana specie di individui supertecnologici e iperconnessi ma medievali – potessero trarre vantaggio dalle informazioni che circolavano. Ma siamo in Occidente – sia detto con orgoglio – e qui per silenziare non occorre togliere la spina al web: qui si domanda collaborazione, e la si ottiene.
Così ha fatto, appunto, la polizia federale. Sicché, di colpo, con l’hashtag #BrusselsLockdown hanno cominciato a piovere... gattini. Loro, i – talora vituperati – protagonisti (assieme ai selfie in bagno e al cibo) della viralità dei nostri tempi, hanno preso la scena: centinaia, migliaia di gattini, in tutte le pose e le fogge. Gatti islamici, gatti terroristi, gatti pacifisti. Gatti Magritte, che spuntavano dalla celebre bombetta: perché le uniche bombe che ci piacciono sono quelle lì.
E non da meno è stato, ieri mattina, il ringraziamento della polizia, che ha postato un tweet con una ciotola di croccantini e il testo: «Per i gatti che ci hanno aiutato ieri sera... Servitevi!». Croccantini che hanno fatto il giro del mondo.
L’ironia, venata di surrealismo – che evidentemente in Belgio viene proprio bene – è stata il filo sottile a cui si sono aggrappati gli utenti dei social, sostenuti, nella loro campagna felina, anche da quelli che, negli altri Paesi, seguivano con non minore ansia gli avvenimenti della serata.
Un gioco collettivo, certo, ma il segnale forte, e persino importante, che l’ironia è viva e può salvarci anche nei momenti più bui. Quando la tentazione di diventare ciechi, ottusi, violenti come quelli che ci attaccano è forte. Invece la risposta corale è stata (anche) «una risata vi seppellirà». Anzi, un miao.

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