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Addio a Pierre Boulez

Addio a Pierre Boulez

Il mondo della musica classica perde uno dei suoi maestri più carismatici ed innovativi. Il compositore e direttore d'orchestra francese Pierre Boulez si è spento oggi, all'età di 90 anni, nella sua casa di Baden Baden, città tedesca che aveva scelto come sua dimora fin dai primi anni Sessanta, quando lasciò la Francia in polemica con un mondo musicale che giudicava troppo rigido e conservatore. L'annuncio è arrivato in tarda mattinata, in un messaggio della famiglia diffuso dalla Philharmonie di Parigi, il nuovo grande centro sinfonico e di musiche contemporanee di cui Boulez fu grande fautore, inaugurato appena un anno fa, quando lui già era gravemente malato. "Per tutti quelli che l'hanno incrociato e hanno potuto apprezzare la sua energia creativa, la sua esigenza artistica, la sua disponibilità e la sua generosità - scrivono i familiari - la sua presenza resterà viva e intensa". Immediate le reazioni commosse del mondo politico e culturale transalpino. "Pierre Boulez ha fatto brillare la musica francese nel mondo. Come compositore e direttore, ha sempre voluto pensare alla propria epoca" ha commentato il presidente Francois Hollande in una nota, lodando lo "spirito critico ammirevole", che "non ha mai smesso di pensare le discipline le une con le altre, facendo dialogare pittura, poesia, architettura, cinema e musica, sempre al servizio di una società più umana". Nato a Montbrison, nella regione della Loira, figlio di un ingegnere, Boulez all'inizio voleva studiare matematica. Ma dopo aver assistito per la prima volta a un concerto sinfonico e a una rappresentazione d'opera, nel 1941 a Lione, dove si preparava a tentare il concorso per entrare al Politecnico, decise di consacrarsi alla musica. Si trasferisce così a Parigi, dove studia armonia al conservatorio e negli anni ha incontri e collaborazioni con molte grandi innovatori della musica contemporanea, da Karlheinz Stockhausen a John Cage. Boulez compone brani autonomi o musiche per pièces teatrali, mette in scena poemi sinfonici, lavora con teatri francesi e svizzeri e con la radio, e negli anni Cinquanta diventa anche direttore d'orchestra, con uno stile del tutto personale e rigorosamente senza bacchetta. Nei due decenni successivi dirige l'orchestra di Cleveland, l'ensemble sinfonico della Bbc e la New York Philarmonic, senza mai abbandonare il lavoro parallelo di ricerca e composizione. La divulgazione e l'apertura della musica a nuovi autori e nuovi pubblici sono il fil rouge della sua carriera, che rifiuta la sacralizzazione di sinfonia ed opera in nome dell'innovazione e della multidisciplinarità. Da questo spirito nascono le sue due ultime 'creazioni', sorte a vent'anni di distanza nel nordest di Parigi, nel parco della Villette: la Cité de la Musique, spazio espositivo che ospita mostre e laboratori su ogni tipo di musica, dal valzer al punk, e la Philharmonie, la nuova grande sala concerti parigina firmata da Jean Nouvel. Uno spazio dall'acustica estremamente accurata, che l'anno scorso, per i suoi novant'anni, gli ha dedicato un tributo con una serie di concerti affidati a nomi tra i più brillanti della scena attuale, tra cui Daniel Barenboim e Marta Argerich.

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