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Camuti e i Fuoricentro raccontano “Milano”

Camuti e i Fuoricentro raccontano “Milano”

C’è tanta Sicilia nel gruppo milanese “Fuoricentro”. La famiglia del leader e vocalist Maurizio Camuti vive a San Piero Patti, in provincia di Messina. E siciliani sono pure il tastierista Giuseppe Di Stefano, il batterista Eduardo Pallino e il bassista Max Martorana. Unica eccezione, ma pur sempre isolano perché è originario della Sardegna, è il chitarrista Roberto Arru.

Come tantissimi meridionali i “Fuoricentro” sentono sempre forte l’amore per la propria terra d’origine, ma amano in maniera altrettanto intensa anche Milano, che li ha accolti. E semplicemente “Milano” si intitola il loro singolo, che sta riscuotendo significativi successi ed è accompagnato dall’omonimo video che ha il patrocinio del Comune meneghino perché presenta tante bellezze di una città che ormai non è più soltanto il simbolo dell’operosità lavorativa ma viene sempre più apprezzata anche sul piano turistico. Manca, volutamente, il Duomo perché – spiega Camuti – “sarebbe stato troppo banale”.

Invece si vedono, tra gli altri luoghi, l’Arco della Pace, via Montenapoleone, Brera, piazza Gae Aulenti, a evidenziare sia la tradizione che la proiezione nel futuro. I versi del ritornello dicono: “A Milano, hai voglia di tornare, anche qui può nascere l'amore, saranno stelle od ossessioni che importanza ha il mar. A Milano, ognuno porta il suo dolore, sono infinite le parole, così diverse così vere tra la gente”.

Camuti ha composto la canzone nel 2010 e con i “Fouricentro” l’ha eseguita spesso dal vivo, finché quest’anno si è materializzata nel progetto discografico.

«Abbiamo voluto rendere omaggio a una città che è da sempre aperta a tutti - spiega Maurizio Camuti a nome della band -. Oggi Milano è una metropoli dalla forte identità, culturalmente trainante. E i suoi abitanti, indipendentemente dalla provenienza, fanno propria la way of life alla milanese, fatta di operosità e onestà». Secondo Camuti, che ha nel cuore la zona del Ticinese, dove ha vissuto da studente-emigrante, Milano è una città «discreta e piena di sorprese, intima ma molto passionale, ben lontana dallo stereotipo della metropoli fredda e anonima. Una città che non urla la sua bellezza, ma che si fa scoprire pian piano da chiunque si lasci incuriosire e finisce sempre con l'affascinare». Senza però dimenticare mai le proprie radici, che per Camuti sono essenziali, a partire dalle diverse dinamiche relazionali: «A Milano prevale l’impronta metropolitana, basata sul lavoro e sulla fretta. Nel Sud invece si esalta la convivialità e io prediligo passare molto tempo con gli amici». I “Fuoricentro”, il cui stile è stato definito “eclettico”, tengono molto ad affrontare attraverso la musica anche problematiche sociali contemporanee. Stanno infatti per lanciare “Pia Contessa”, un brano che tocca un argomento delicato ed estremamente attuale come l’omofobia, in cui raccontano - con un tono ironico e quasi favolistico e con una scelta sonora che richiama sia il rock anni’70 che l’elettro-pop anni’80 - la storia di un uomo moralista di giorno e peccaminoso di notte.

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